Il lato positivo
Creato il 15 marzo 2013 da Veripaccheri
Il lato positivo
di David O'Russell
con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro
Usa, 2012
durata,122
C'è una consapevolezza
profonda in questo "Lato positivo", ed è quella che ogni persona è un
diamante grezzo, un tesoro nascosto che aspetta solo di essere scoperto.
Lo dice Milton nel verso della poesia richiamato nel titolo
originale (Silver Linings Playbook), lo sono i protagonisti della
storia, Pat/Bradley Cooper e Tiffany/Jennifer Lawrence, scartati
dalla normalità della vita, ed uniti dal tentativo di
risalirne la china. E' subito amore, ma il film impiega quasi due ore
per
renderlo esplicito. Prima di quello, a complicare le cose ci pensano le
differenze caratteriali e la
paura di non farcela di due tipi a dir poco stravaganti, sfiorati da una
scintilla di follia, e forse per questo capaci di essere all'altezza
dei propri sogni, che per Pat, appena uscito da un istituto
psichiatrico,
si materializzano nell'ossessione di riconquistare la moglie da cui è
stato tradito, mentre per Tiffany equivalgono alla partecipazione alla
gara di ballo insieme a Pat, convinto a "collaborare" dalla promessa di
lei di aiutarlo a
contattare la moglie. L'artefice di tutto è David O'Russell, regista di
opere dai contenuti eccessivamente ingombranti e nell'ambiente
considerato un poco
attaccabrighe. Poco male perchè nel film il suo temperamento si
trasforma in una regia agonistica, simile ad un incontro di box, con gli
attori a contendersi (senza farlo vedere) la palma del piu bravo, e
l'autore ad equilibrare
l'emotività della storia a colpi di stravaganze, come quella di De Niro
(finalmente in un ruolo degno del suo nome),
il padre di Pat, che cerca di coinvolgere il figlio nella passione
per una squadra di baseball, facendo di lui il portafortuna da cui
dipendono il risultato delle partite, e delle scommesse ad esse
relative. Se la struttura del film appartiene è quella di una commedia
romantica, con le conflittualità dei protagonisti destinata a ricomporsi
nel classico happy end, così non si può dire per la sua
rappresentazione, atipica nelle tonalità scure e nel cromatismo
autunnale della fotografia, così come nella descrizione dei caratteri,
rudi quanto
basta per evitare eccessive smancerie, e poi per le qualità degli
interpreti, capaci di calarsi in
una storia in cui la
tensione emotiva nasce più da un'implosione a stento trattenuta e dalla
fisicità dei corpi attoriali, pronti a sobbarcarsi la responsabilità di
flirtare con le movenze di due lottatori, che dall'evidenza dei fatti e
delle parole.
Regista di attori, David O'Russell non si smentisce neanche questa volta
concedendo nomination ed Oscar. Riconoscimenti forse eccessivi nel caso
della Lawrence, ancora un pò acerba, ma anche qui si tratta di un premio
in prospettiva, l'investimento di un industria che pensa già al domani.
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