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Il lato positivo

Creato il 05 aprile 2013 da Soniab

Tiffany : “La senti? Questa è emozione”. 

Il lato positivo, quante volte ci è stato detto “guarda illato positivo della cosa”, invitati a considerare una problematica sotto una prospettiva diversa, incoraggiati in qualche modo affinché non ci abbattessimo. E quante volte lo abbiamo ripetuto  a noi stessi, nel tentativo di aggrapparci a quel benedetto lato positivo…

In realtà, il lato positivo esiste, che sia un’illusione o verità, c’è e possiamo vederlo. E può davvero avere effetti facendoci nel farci tirare un respiro di sollievo, darci la carica per continuare.

Il lato positivo è il titolo dell’ultimo film che ho visto al cinema e il suo protagonista ne fa un atteggiamento di vita. E, essendo un film sottolinerei cinicamente, lo porta a un finale che ci dà la spinta a crederci, sempre. Ma i finali, quella della vita non sono sempre come nei film ed è quello che c’è nel mezzo ciò a cui tutti ci possiamo avvicinare.

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Pat Soliano non ha più una casa, un lavoro moglie.   Esce da un ospedale psichiatrico dove ha trascorso del tempo per aver massacrato di botte l’amante della moglie e gli hanno diagnosticato un disturbo bipolare ma è determinato a ricostruire la sua vita: è pieno di buone intenzioni, ottimi propositi, riempie le giornate di attività che lo facciano sentire ancora vivo, ancora presente sulla strada della sua esistenza. Ed è così che va a fare jogging ogni giorno, legge libri che la moglie fa leggere ai suoi studenti e finisce anche per accettare di imparare a ballare.                       Se sarà una persona migliore è sicuro avrà una possibilità di riconquistare anche sua moglie.

Tra desiderio di rivincita, scoperta di un nuovo sé e problematiche date dal ritorno alla convivenza con i suoi, quello vissuto dal protagonista è uno di quei momenti della vita in cui ognuno di noi ha bisogno di ripartire e sceglie mille strategie, mosso da un istinto insito dentro. “Excelsior” (positività) diventa il suo mantra e cerca di vedere il lato positivo in ogni cosa che fa.

Deve anche fare i conti con un padre, scommettitore incallito, con l’ossessione del football, che sogna di aprire un ristorante e con il quale non ha avuto sempre incomprensioni e con il fratello che lo ha sempre messo in ombra.

Nuovo, coraggio, inclinazioni a buttarsi da un lato e timore, ricordi, tormenti dall’altro.

In questo contesto psicologico e di azioni, capita che arrivi  l’elemento inaspettato, quello che ancor di più sovverte ogni cosa. Quello che non puoi evitare di seguire.

Nel film si tratta di Tiffany, una misteriosa e problematica giovane donna, da poco vedova e anche lei con le sue ossessioni, che si offre di aiutarlo, di stargli accanto. Tiffany in qualche modo crede nelle potenzialità di Pat e gli propone un patto: lo aiuterà a riconquistare sua moglie, le consegnerà anche una lettera da parte sua sebbene l’ordine restrittivo lo proibisca ma lui dovrà impegnarsi, tirare fuori il meglio di sé e fare qualcosa in cambio per lei. Infatti, Tiffany intende partecipare ad una famosa gara di ballo e lui dovrà essere il suo partner.

Assidui nel loro impegno di preparazione al ballo e conoscendosi, dagli scontri iniziali passano ad un aiutarsi reciproco, fino alla nascita di un’intesa speciale.

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Il lato positivo dà spazio a due personaggi al limite, alle loro nevrosi, depressione, mancanza di autocontrollo e alla sensazione di essere diversi. Lo spettatore non può non riconoscersi almeno un po’ in loro e per questo li segue con curiosità e simpatia, empatizzando con le insicurezze e la volontà di Pat e la stravaganza e determinazione di Tiffany.

Commedia e dramma si alternano o meglio, li ho trovati ben “accordati”, ogni scena o battuta ironica in realtà aveva un suo perché in una spiegazione seria e schietta, talvolta brutale. Un sottile dettaglio che non tutti forse hanno percepito.                                         Un avvicinamento alla vita che dà qualcosa in più alla narrazione.                                       La regia inoltre, ci offre gran parte delle azioni racchiuse in una strada, quella dove Pat va a correre, dove incontra Tiffany, dove c’è la sua casa.

La strada è metafora di quel cammino che dicevo, del viaggio intrapreso verso la nuova vita e sulla quale dare spazio alle parti migliori di sé. Così come la corsa, che permette a Pat di stare lontano dagli errori passati e dal loro ricordo.

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Per quanto riguarda la gara,  sarà legata anche ad un’altra scommessa che coinvolge la famiglia di Pat, la moglie sarà presente e lui alla fine scenderà in pista.                                      Come andrà a finire non ve lo dico, ma ribadisco che al di là di come vanno alla fine le cose, anche sorprendendoci molto spesso, ogni nuova avventura che ogni giorno ci concediamo, ha dentro di sé un’energia che si trascina dietro dubbi e timori verso qualcosa di nuovo per noi. Sempre.                   Una conoscenza che vale più del risultato.                                                                                      Il lato positivo della cosa è questo.

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Pat: “Sai cosa farò? Prenderò tutta questa negatività e la userò come carburante per trovare il lato positivo! È questo che farò! Non è una stronzata…Ci vuole impegno!”

Il lato positivo è tratto dal romanzo di Matthew Quick “L’orlo argenteo delle nuvole”, con protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Ha ricevuto otto nomination ai premi Oscar del 2013, vincendo quello alla Miglior attrice protagonista, consegnato a Jennifer Lawrence.


Archiviato in:cinema Tagged: Bradley Cooper, commedia, corsa, dramma, excelsior, il lato positivo, Jennifer Lawrence, Oscar 2013, strada


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