“Le donne migranti, possono vivere il lavoro domestico come un passaggio obbligato nel loro (e della loro famiglia) progetto migratorio, come un prezzo, duro, da pagare per un futuro migliore, in Italia o nel paese d’origine. Per molte donne italiane che vi ritornano, o vi accedono dopo aver invano tentato lavori meno sovrapposti a quanto già fanno a casa propria, è invece più chiaramente una interruzione, una strada senza uscita: dignitosa, certo, ma senza altri sbocchi.”
Qui il resto.