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Il lavoro di UNICEF in Africa

Creato il 18 ottobre 2011 da Jolanda

Al rientro dalla Tanzania, dopo qualche giorno di pensieri confusi ed emozioni forti, è giunto il momento di raccontarvi qualcosa di questa intensa esperienza insieme a UNICEF e P&G.

Il lavoro di UNICEF in Africa

Bambini in un villaggio della Tanzania

Al di là delle solite osservazioni tipo: “è come essere in un altro mondo” (peccato che invece è proprio lo stesso mondo in cui viviamo anche noi!) ci sono altre riflessioni che vorrei condividere qui sul mio blog.
Una di queste è il lavoro di UNICEF.

Seguendo la filosofia profonda insita anche nella frase “Se incontri un povero non dargli del pesce, insegnagli a pescare”, UNICEF si impegna profondamente nella formazione: di medici, di operatori sanitari, di insegnanti ed educatori, di personale tecnico, di mamme, di ragazzi… E’ un lavoro molto intenso e faticoso, che deve superare anche alte barriere culturali e abbattere i muri di credenze popolari dure a morire (Del tipo che bisogna evitare di farsi vaccinare perché viene inoculato il virus del cristianesimo!).

Il lavoro di UNICEF in Africa

Formazione in Africa

In Africa si deve insegnare tutto, anche le regole che a noi sembrano più ovvie. Per esempio si deve insegnare l’importanza di lavarsi le mani (possibilmente col sapone!) e di curare l’igiene personale, di conservare l’acqua in modo che non venga contaminata e non diventi un pericoloso veicolo di virus e infezioni.
Si deve insegnare a gestire una gravidanza, convincendo le donne ad andare a partorire in ospedale invece di farlo in casa, dove spesso il cordone ombelicale viene tagliato con coltelli utilizzati in cucina o nei campi (con il risultato che il parto si trasforma spesso in tragedia per la mamma e per il bambino).
Si deve insegnare le basi di una corretta alimentazione in modo che posano nutrirsi in modo più equilibrato e salutare anche con le poche risorse che hanno a disposizione (La semplice informazione che un’alimentazione variata è la più sana e utile per mantenersi in forma, manca del tutto).
Si deve insegnare a non discriminare i disabili o le persone colpite da particolari disturbi congeniti (per esempio si lavora per far capire che gli albini sono persone come le altre e non hanno organi interni con poteri magici, terrificante credenza che si porta dietro pratiche inumane che vi lascio immaginare).

Il lavoro di UNICEF in Africa

Nutrirsi in modo vario e lavare i piatti in modo corretto sono 2 insegnamenti fondamentali

E quelli che ho riportato qui sopra sono solo alcuni esempi.
C’è tanto lavoro da fare.
Il bello è che nei volti delle persone che ho incontrato ho visto la voglia di fare, di collaborare, di aiutare.
Nei villaggi ognuno impegna parte del suo tempo per il bene comune e per la collettività.
Purtroppo ho visto anche tanta povertà e una triste rassegnazione (specialmente nel volto delle mamme con in braccio i loro bimbi malati negli ospedali).
E questa mancanza di speranza è dolorosa e angosciante…
Ma UNICEF sta lavorando bene e ne sono la prova le tante dimostrazioni di affetto che l’organizzazione ha ricevuto in ogni ospedale, scuola o villaggio che abbiamo visitato durante la missione in Tanzania.

Il lavoro di UNICEF in Africa

Bambini in un villaggio della Tanzania

E’ chiaro che il lavoro da fare è tanto, tantissimo.
Ma alle volte anche dare una mano non è così semplice come potrebbe sembrare.
Quando ero là, vista la povertà in un villaggio, ho espresso il desiderio di ottenere un indirizzo postale a cui inviare di volta in volta i vestiti che i miei bambini non usano più. Un semplice gesto che pensavo avrebbe potuto essere utile. Ma qualcuno mi ha segnalato che in quel modo avrei rovinato il sarto del villaggio, che a causa dei vestiti inviati da me avrebbe perso il lavoro…
Questo per dire che per aiutare davvero è meglio conoscere a fondo le dinamiche di vita nei villaggi o affidarsi a chi le conosce bene.

Se volete però un piccolo gesto di aiuto lo potete fare fin da subito e in modo molto semplice: basta un vostro click.
Infatti UNICEF, affiancata da P&G, lancia nuovamente la campagna contro il Tetano neonatale (iniziata nel 2010) e per ogni vostro click P&G si impegna a regalare un vaccino!

Si tratta di una piccola cosa, ma da qualche parte si deve pur iniziare, non trovate?

Inoltre, per ogni confezione di prodotto partecipante all’iniziativa venduta, P&G donerà all’UNICEF l’importo necessario per l’acquisto di una dose di vaccino antitetano.

Per ulteriori informazioni sulla Campagna “1 bacio=1 vaccino” e per visionare l’elenco di prodotti P&G che partecipano all’iniziativa, visitate il sito UNICEF.

Per donare con un semplice click, cliccate qui!

Il lavoro di UNICEF in Africa

Una mamma e il suo bambino


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