Il giardino, imitazione della bellezza della natura selvaggia in tutto il suo splendore, ha affascinato l’uomo sin dalle sue origini; vero è anche il fatto che il giardino rappresenta la prima dimora dell’uomo, il Giardino dell’Eden, secondo quanto racconta la Bibbia.
Il piacere della coltivazione delle piante nasce con l’agricoltura; il giardino deriva dagli orti e dai frutteti, dall’hortus conclusus. Dai giardini medievali che sorgevano all’interno delle mura dei castelli, sul retro delle case in cui venivano coltivati orti con erbe aromatiche e le verdure di prima necessità, ai giardini e agli orti di oggi, l’uomo è sempre stato affascinato dal giardino e dalla coltivazione delle piante.
Le raffigurazioni artistiche che hanno come oggetto il lavoro in giardino, nascondono a volte dei significati simbolici e allegorici: oltre alla coltivazione di frutta e verdura, in giardino si coltivano anche particolari interessi intellettuali come la letteratura e la filosofia.
Nella foto sopra: Christine de Pizan lavora il giardino, La città delle dame, 1457 circa, Londra British Library
L’illustrazione si riferisce al prossimo nascere della Città delle dame, una città dedicata esclusivamente alle donne, bella, forte, popolata e fertile. Christine scava con la pala, la metafora della sua intelligenza, il giardino delle lettere.
Un’importante testimonianza iconografica italiana, in Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti (1338), parte di un ciclo di affreschi, offre una visione di vita quotidiana e del lavoro in giardino e soprattutto le particolarità e le caratteristiche dell’orto medievale e come questo veniva coltivato: erbe officinali e aromatiche, ortaggi, legumi e fiori per la chiesa. L’orto medievale viene visto non solo come autoproduzione di vegetali e piante a uso alimentare e medicinale, ma è inteso anche come luogo dove l’armonia della natura permetteva un lieto vivere, un luogo sacro in cui le armonie vegetali richiamano quelle dell’universo seguendo il ciclo delle stagioni.
Pietro de Crescenzi teorizza nel suo Liber Ruralium Comodorum, l’enciclopedia agricola che rappresenta una vera sintesi agronomica del tempo, le tecniche di coltivazione e offre una ricca visione sul mondo del giardino e di come si svolgeva il lavoro legato al lavoro dell’orto, le tecniche di potatura, la concimazione e la realizzazione dei giardini. Il trattato era indirizzato non all’élite aristocratica ma ai lettori della borghesia che investivano nella coltivazione e mercatura.
Nella foto sopra: Pietro de Crescenzi, Il Giardino medievale, Liber Ruralium Comodorum, 1304-1309
Il giardino barocco ha invece delle caratteristiche che rendono il lavoro in giardino un lavoro faticoso e assiduo: l’ambiente è ordinato, la crescita della vegetazione viene tenuta sotto controllo grazie alla costante potatura delle piante e degli alberi. Dalle forme ricercate e artificiose, il giardino seicentesco è il luogo dove la mano dell’uomo e la sua bravura modellano la natura, arricchendola e trasformandola a suo piacimento in un paesaggio geometricamente definito e condizionato dalla relazione con gli elementi architettonici.
Coltivo il mio giardino, e il mio giardino mi coltiva.
Robert Brault
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