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Il lavoro migrante secondo Forlani

Creato il 06 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

il lavoro migrante secondo forlaniNatale Forlani, Direttore Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in un intervento ad uno workshop della UIL dal titolo “Democrazia tra immigrazione, cooperazione e sviluppo: scenari presenti e futuri per l’Africa e l’Europaafferma: “La realtà che oggi dobbiamo affrontare, e mi riferisco essenzialmente ai flussi migratori provenienti dall’Africa Settentrionale, ci dice che oggi più che mai dobbiamo fare i conti con la dimensione poliedrica dell’immigrazione, che non sempre si presenta secondo le stesse forme e sicuramente non come siamo abituati a conoscerla”. Di seguito riportiamo alcuni dei più rilevanti momenti di intervento di Forlani così come presi dal web. “I flussi migratori provenienti dal Nord dell’Africa, ad esempio, non si spiegano nel sottosviluppo di questi Paese, ma bensì nell’affrancamento dal sottosviluppo, in un maggiore processo di formazione e di avvicinamento ai mezzi di comunicazione di massa. Tali flussi hanno dimostrato una evidente e sostanziale insufficienza da parte dell’Unione Europea, che si rifiuta di comprendere che essere liberali al proprio interno non significa necessariamente essere chiusi verso l’esterno”.

Per Forlani “serve una politica d’insieme che non deleghi tutte le decisioni ai Paesi membri. Così come lo spostamento verso est, che è alla base del processo comunitario, ha riguardato la totalità dei Paesi (e non parte di essi), allo stesso modo la mobilità che proviene dal Sud non deve riguardare unicamente Malta e l’Italia”. “I flussi migratori provenienti dal Mediterraneo riguardano tutti i Paesi dell’UE e necessitano di una politica comune che si fondi su alcune azioni fondamentali che vedano l’Italia protagonista: legare cooperazione ed integrazione, ricostruire il quadro diplomatico, creare dinamiche più coordinate  e coese, migliorare le politiche di rientro e di ricongiungimento, avviare una serie di alleanze”.
“Il processo non è che all’inizio: spetta a noi lavorare senza drammatizzare né sottovalutarne gli aspetti. La logica che deve guidarci non deve essere aggiornata giorno dopo giorno, ma deve fondarsi su una programmazione a medio termine che ci aiuti a realizzare nel Mediterraneo una politica finalmente condivisa” ha concluso Forlani.

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