Sembra definitivamente tramontato il rituale, per chi ancora non ha un’occupazione, di mettere le mani su quanti più quotidiani possibile e scorrere la sezione degli annunci. Ma anche il ruolo delle agenzie interinali appare destinato a mutare pelle, perché Internet comincia a offrire strumenti autonomi per trovare lavoro con vantaggi innegabili.
Oltre ai siti specializzati, ognuno con una propria clientela di imprese, fanno la fortuna dei disoccupati anche i grandi aggregatori che raccolgono su di sé tutte le offerte attualmente disponibili in una data zona geografica o in uno specifico settore di produzione. Il risultato è che oggi i giovani, appena finita la scuola o l’università, per prima cosa ricorrono a Internet, considerando che si tratta di un’alternativa veloce e anche decisamente economica (l’unica cosa che serve è una connessione ADSL o in fibra, come quelle che si possono trovare sul comparatore di SosTariffe.it dedicato alle offerte per poter navigare online).
Secondo l’indagine recentemente portata a termina dalla Fondazione studi dei Consulenti del lavoro, che è stata presentata in occasione della Summer school in corso a Treia, in provincia di Macerata, il 10% di giovani con meno di 30 anni nel 2014 ha trovato lavoro proprio grazie alla rete, usando il PC o lo smartphone.
Una percentuale di tutto rispetto e che è destinata a crescere nei prossimi anni, visto che si affermano sempre più sul mercato startup e imprese guidate da under 35, che hanno proprio Internet come interlocutore privilegiato anche per la ricerca di figure professionali da assumere. Secondo l’indagine, il web «diventerà l'asset più importante per le azioni di promozione» per il proprio business.
Il 65% dei giovani al vertice delle aziende del resto sa bene quanto sia importante curare la presenza Internet della ditta, facendo conoscere i propri prodotti e servizi con un sito e senza mai tralasciare i social network (in particolare Facebook). E poi naturalmente c’è l’e-commerce, canale di vendita dalle potenzialità ancora per molti versi inesplorate in Italia.
Ecco un altro motivo, conclude lo studio, per cui la diffusione della banda larga e l’abbattimento del digital divide, che proprio in questi mesi è stato ripreso con rinnovato vigore grazie agli sforzi delle imprese private e del Governo, possono portare di per sé stessi a un miglioramento della soluzione occupazionale. Secondo i calcoli della Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro, infatti, una diffusione di Internet superiore all’attuale del 10% porterebbe a un aumento dell’occupazione generale dello 0,44%, e addirittura dell’1,47% per quella giovanile, tradizionalmente la più colpita dalle crisi degli ultimi anni. Il tutto senza tralasciare l’istruzione, ancora oggi uno dei primi motori per trovare un’occupazione soddisfacente: il tasso di disoccupazione dei laureati è infatti pari al 7,8%, 9 punti percentuali in meno rispetto a chi ha la licenza media.