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Il legame storico tra la ‘ndrangheta e la Chiesa

Creato il 29 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Un interessante studio condotto dagli autori del libro Nicola Gratteri, pm di Reggio Calabria, ed Antonio Nicaso, esperto in storia delle mafie.

La copertina del libro

La copertina del libro “Acqua Santissima” (libreriatorriani.blogspot.com)

Nel rapporto tra ‘ndrangheta e Chiesa due sono gli aspetti che fanno discutere: il primo, riguarda i mafiosi che pregano, battendosi il petto e che, quando uccidono, chiedono l’appoggio della Madonna. Il secondo, molto più delicato, si riferisce ai preti che, in alcune circostanze, si sarebbero dimostrati complici silenziosi, anelli di congiunzione tra due mondi apparentemente inconciliabili. Tante le pubblicazioni che, tra elementi ritenuti oggettivi e supposizioni più o meno fantasiose, mettono al centro un legame che sembrerebbe esistere da tempo, forte di un’approvazione che lo renderebbe reale e indiscusso. Ultima, in ordine di tempo, “Acqua Santissima – la Chiesa e la ‘ndrangheta: storia di potere, silenzi e assoluzioni”, edito da Mondadori, di Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali. Un libro che sta facendo molto discutere perché la pubblicazione analizza il complesso e delicato rapporto tra Chiesa e ‘ndrangheta, attraverso documenti inediti.

La trama del libro “Acqua santissima: La Chiesa e la ‘ndrangheta: storia di potere, silenzi e assoluzioni”. La mattina del 4 luglio 1966 don Antonio avrebbe dovuto celebrare una messa funebre per un capo-bastone di Ciminà, piccolo paese in provincia di Reggio Calabria, ma venne ucciso in un agguato prima di riuscire a raggiungere la chiesa: le perizie balistiche accertarono che il sacerdote aveva sparato contro i suoi assassini per coprirsi la fuga. Suor Rosa, la sorella del boss Paolo Martino, cugino del padrino di Archi, Paolo De Stefano, sfruttava le proprie conoscenze per acquisire informazioni riguardanti eventuali procedimenti penali in corso nei confronti del fratello. Nel 2007 il boss Vincenzo Gioffrè entra a far parte del comitato per l’organizzazione della festa in onore della Madonna dei Poveri di Seminara. Anni prima, il sindaco neoeletto aveva tentato di modificare il percorso della processione per impedire che il fercolo della Madonna proseguisse, come da tradizione, fino alla casa del boss locale, ma le sue disposizioni vennero disattese e, qualche giorno dopo, per ribadire chi comanda, venne dato fuoco al municipio. A partire dall’Ottocento e per decenni gli uomini della ‘ndrangheta hanno beneficiato del silenzio e dell’indifferenza (spesso interessati) della Chiesa. Solo dagli anni Cinquanta cominciano a registrarsi le prime denuncie e le prime lettere pastorali, e la ‘ndrangheta diventa un “cancro esiziale”.

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Il legame storico tra la ‘ndrangheta e la Chiesa

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