La giustizia come mezzo la libertà come fine.
Non è una ossessione. E non è odio.
È vergogna e senso di impotenza.
Non è invidia e non è alterigia.
Parlare di quanto accade in questo paese strano, avido, incapace di reagire al knockout inflitto da una classe politica così volgare nei modi, nei toni, nei temi, è impresa ardua.
Arduo perché a furia di parlare di escort, prostitute, veline, si sono perse di vista le problematiche legate al lavoro, alla scuola, alla famiglia, all'immigrazione, alla povertà, alla sanità, alla cultura, all'educazione civica.
Arduo perché l'anomalia è tutta italiana.
Per molti quanto sta accadendo in questi giorni è l'ennesima prova di un imbarbarimento e di una immoralità che ha oltrepassato ogni limite e ogni decenza.
Per altri è una cospirazione politica, un attacco (l'ennesimo) a colui il quale è stato legittimato dagli elettori a governare e pertanto tutte le indagini e i processi (molti caduti in prescrizione) sarebbero frutto della volontà di colpire l'uomo che più di tutti, nel bene e nel male, ha rappresentato il punto di rottura con la prima repubblica: Silvio Berlusconi.
Non serve che io, modesto blogger, vi racconti gli aneddoti che ognuno di noi può facilmente reperire su quotidiani, tv, internet e quant'altro.
Mi basta, molto modestamente, dire la mia.
Dire cosa penso.
Le accuse che cadono sulla testa di B. sono della peggior specie e non voglio entrare nel merito dell'indagine ma questo continuo stillicidio della peggior specie contribuisce al disagio che provo nel sapere che quest'uomo e la sua pletora di soldatini, yesman e signorine buonasera, rappresenta l'Italia nel mondo e governa (?) il nostro paese.
Oh, intendiamoci, ha vinto le elezioni democraticamente e nessuno lo mette in dubbio, ma in quale paese democratico a fronte di queste indagini, di questi sospetti il primo ministro in carica non si sarebbe dimesso o quantomeno sospeso, per provare la sua innocenza, la sua estraneità ai fatti?
Perché Berlusconi continua a sottrarsi al contraddittorio con l'opposizione e perché continua ad affidarsi a videomessaggi dal sapore sudamericano con tanto di strali polemici, minacce e invettive?
Perché Berlusconi continua a telefonare tranquillamente a trasmissioni televisive e telegiornali invadendo l'etere con la sua presenza senza che chi lo ospita gli possa fare anche una sola domanda?
Sono ovviamente domande retoriche e non mi scandalizzo e so che le risposte sono tutte talmente tanto ovvie da apparire fuori luogo.
Mi spaventa il contorno.
Mi spaventa che nessuno apra gli occhi.
Mi spaventa che tutto il caravanserraglio che si porta dietro, reciti a soggetto secondo il volere del Capo.
Ci si può nascondere dietro un deciso no comment piuttosto che dire: "Per perseguitare Berlusconi vengono spesi soldi dei contribuenti che potrebbero essere usati per trovare Yara."
Che si badi, non è una gaffe. È una stupidaggine.
Delegittimare i magistrati parlando di giustizia ad orologeria, usando termini violenti come giusta punizione non può essere sempre e solo una battuta.
Mi spaventano la solitudine e la disperazione dell'uomo.
Un uomo braccato prima dalle sue ombre e poi dalla tragedia che si sta consumando davanti ai suoi occhi.
La disperazione può portare a straordinari colpi ad effetto, pericolosi, violenti, eversivi.
E mentre il cerchio inevitabilmente si stringe, i suoi giannizzeri si dichiarano fieri di essere rappresentati da un uomo di grande statura morale che strumentalizza i Dico, umilia donne e gay mentre festeggia fantomatici family day in pompa magna a fianco di preti e vescovi.
Un uomo divorziato, al centro di vicende così volgari e torbide, come può permettersi di fare la morale a chiunque altro?
Le barzellette da bar, la bestemmia, le corna, le gaffes sono solo una parte del personaggio: l'eterna presa in giro, la volgarità spicciola, la pochezza intellettuale, la boria.
Non potrà farsi scudo per sempre di tutto questo squallore.
Verrà un giorno diceva Manzoni...e anche se non so come e quando finirà questa vicenda penosa che ci trasciniamo anni, sogno, dopo un letargo lunghissimo, un risveglio bellissimo.
Saremo, inevitabilmente, cambiati.
In peggio.