[¯|¯] Il libero arbitrio: una questione termodinamica?

Creato il 29 novembre 2014 da Extrabyte

Dalla condivisione dello stato di Facebook di uno dei miei contatti:

mi sono venute alcune idee sulla questione del cosiddetto libero arbitrio. Una precisazione: le suddette idee vanno prese con le molle, perchè si tratta di speculazioni (deliri? ) e nulla di più.
Ciò premesso, denotiamo con X un qualunque sistema cognitivo (umano, calcolatore). In poche parole, X è un sistema "in grado di pensare" e, soprattutto di ricordare (in effetti, il nocciolo della questione è legato alla memoria). Osserviamo subito che se X è un calcolatore, la sua memoria è praticamente infallibile. Ciò è dovuto al valore estremamente basso dell'entropia dei suoi stati logici. Infatti, la memoria di un calcolatore è un sistema a due stati, e utilizzando la nota formula (dalla meccanica statistica), si ottiene per l'entropia:

Se, invece, X non è un calcolatore:

dove è il volume dello spazio delle fasi associato al sistema, i.e. il numero di stati di singola particella. È chiaro che qui , onde una qualunque interfaccia umana avrà un'entropia del proprio sistema cognitivo, maggiore dell'entropia della memoria di un calcolatore. In altre parole, un calcolatore ha una "memoria infallibile" proprio perchè è un sistema "più ordinato".



Ma ciò non inficia il ragionamento che segue. Fondamentalmente, ricordare equivale a creare un maggiore ordine nell'insieme degli stati o, ciò che è lo stesso, diminuire l'entropia. Siccome i pensieri si realizzano grazie a processi di natura elettrochimica e questi ultimi sono inevitabilmente dissipativi, segue che il calore generato viene ceduto all'ambiente esterno. E, in ultima istanza, all'universo che qui denotiamo con U. Ciò è in accordo con il secondo principio della termodinamica: U è un sistema isolato e la sua entropia non può fare altro che aumentare. In altre parole, ad una diminuzione dell'entropia di X segue necessariamente un aumento dell'entropia di U. E anche questa conclusione è in accordo con il suddetto principio, giacchè X non è un sistema isolato, per cui la sua entropia può diminuire.

Come è noto, l'entropia crescente di U individua la cosiddetta freccia del tempo termodinamica che rompe la simmetria rispetto al tempo, orientando il passato verso il futuro. Siccome l'atto di pensare per ogni sistema cognitivo X (umano, calcolatore) aumenta l'entropia di U, concludiamo che ogni X pensa nel verso dell'entropia crescente di U.
Ipotizziamo, ora, l'esistenza di un sistema cognitivo onnisciente O. Per definizione di onniscienza, O conosce tutto, inclusa la sua evoluzione futura. In poche parole, sa cosa accadrà nel futuro. Se così non fosse, esisterebbe almeno un elemento che O non conosce, onde non sarebbe onnisciente. La prima conseguenza è che tutto ciò che riguarda l'attività cognitiva/memoria di O non avviene tramite processi elettrochimici (neuroni) o elettronici (circuiti integrati di un calcolatore). Tale sistema non ricorda solo il passato, ma anche il futuro. La seconda conseguenza riguarda il libero arbitrio: un qualunque sistema cognitivo X è dotato di libero arbitrio, i.e. compie delle scelte, in quanto non conosce il futuro. Di contro, un qualunque sistema onnisciente è privo di libero arbitrio, poichè conosce il futuro. In un certo modo, la spinosa questione del libero arbitrio, sembrerebbe essere collegata al secondo principio della termodinamica.

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