Il 31 luglio, il governo giapponese ha rilasciato l’edizione 2012 del Libro Bianco della Difesa, intitolato La Difesa del Giappone 2012. Mentre il rapporto è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri per l’approvazione, il Ministro della Difesa Satoshi Morimoto ha tenuto un discorso per far luce sul documento. Evidenziando l’ambiente della sicurezza in rapida evoluzione in Asia Orientale, Morimoto ha parlato in particolare dei significativi sviluppi avvenuti in Cina e Corea del Nord nell’ultima decade. Il rafforzamento militare della Cina e la sua costante esibizione muscolare nella regione dell’Asia Pacifico sono stati i punti salienti sia dei commenti di Morimoto che del Libro Bianco della Difesa. Proprio come la precedente edizione del Libro Bianco della Difesa del 2011, anche quest’anno il rapporto avverte che i movimenti militari della Cina sono “motivo di preoccupazione” per la regione asiatica e la comunità internazionale, e “dovrebbero richiedere un’analisi prudente”1.
I punti-chiave sulla Cina
Nel sottolineare la rapida crescita militare della Cina, il Libro Bianco afferma che la spesa per la difesa cinese è cresciuta più del doppio rispetto a cinque anni fa2. Da quanto viene riferito, la spesa militare cinese è cresciuta di circa 30 volte negli ultimi 24 anni. Il budget della Difesa della Cina quest’anno, per la prima volta, ha raggiunto la cifra di 100 miliardi di dollari3, che è ora superiore di 1,6 volte il budget del Giappone4. Sebbene il Libro Bianco riconosca che i dati della difesa forniti dalla Cina potrebbero non divulgare l’ammontare complessivo della sua spesa militare, sostiene che il gap tra il Giappone e la Cina sulla spesa militare continuerà quasi certamente ad ampliarsi nel prossimo futuro. Il rapporto inoltre afferma che la crescente spesa della Cina ha suscitato preoccupazioni nella comunità internazionale, per cui, da qualche tempo, molti paesi e in particolare gli USA stanno spostando la propria strategia di difesa per focalizzarsi di più sull’Asia. Perciò, enfatizzando l’alleanza militare tra Giappone e USA, il Libro sostiene anche la costruzione effettiva della difesa del Giappone.
Più significativamente, il Libro Bianco per la prima volta indica un cambiamento nella struttura del potere cinese. Nel rilevare che il processo decisionale nell’ambiente militare non è trasparente in Cina, il documento sostiene che, dato il numero crescente di casi in cui l’esercito cinese ha espresso la propria posizione su questioni di sicurezza, il rapporto tra l’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) e il Partito Comunista Cinese (PCC) sembra che “stia diventando complesso”. Citando la crescente influenza dell’EPL sul processo decisionale politico, il rapporto afferma che questo è una “questione di risk management” e che si dovrebbe usare cautela nel trattare con il potente EPL8. Sui problemi interni affrontati dalla Cina, il Libro Bianco nota la corruzione ai livelli dell’amministrazione comunista sia centrale sia locale, le disparità regionali tra le aree urbane-rurali e costiere-interne, l’inflazione, l’inquinamento ambientale, il rapido invecchiamento della popolazione ecc. Secondo il rapporto, tutti questi fattori potrebbero destabilizzare il governo in Cina. I problemi legati alle minoranze etniche interne in Tibet e nello Xinjiang potrebbero anche complicare ulteriormente la situazione. Il rapporto sostiene inoltre che sebbene dopo l’autunno 2012 la Cina possa assistere a un sostanziale rimpasto nella leadership del PCC, il prossimo governo dovrebbe ancora affrontare tutte queste sfide9.
La risposta della Cina
Il Ministro degli Esteri cinese ha espresso “forte malcontento” per la crescente preoccupazione del Libro Bianco sulla rapida espansione militare della Cina. Nel presentare la posizione della Cina sul rapporto Geng Yansheng, un portavoce del Ministero della Difesa cinese, ha affermato: “La Cina si oppone fermamente alle critiche infondate sulle attività militari e di sviluppo della sua difesa nazionale, come pure alle osservazioni irresponsabili in materia di affari interni della Cina, fatte nel Libro Bianco della Difesa del Giappone”10. Pur ribadendo l’adesione della Cina alla strada dello sviluppo pacifico e del mantenimento di una politica militare puramente difensiva, Geng ha affermato che “la Cina continuerà a organizzare normali esercitazioni militari e attività di addestramento e risolutamente salvaguarderà la propria sovranità nazionale e i propri diritti marittimi”11. Geng ha perfino affermato che il Giappone stava cercando delle scuse per la sua continua espansione degli armamenti, per il rafforzamento delle alleanze militari e “distorcendo i fatti” sui problemi di sicurezza regionale12.
Gli accademici cinesi sono stati estremamente critici verso il recente Libro Bianco della Difesa del Giappone. Per lo più essi sostengono che il rapporto è una chiara prova che il Giappone sta usando la sua ambizione all’indipendenza militare per organizzare un vero e proprio ritorno al militarismo. I critici sono anche del parere che il recente rapporto manca di coerenza, forse perché nell’ultimo anno il Giappone ha cambiato il suo ministro della Difesa quattro volte13. Molti studiosi cinesi sono del parere che dopo il National Defense Program Outline (NDPO) del 2010, il Giappone ha cercato di deviare dal suo approccio di “forza elementare di difesa” e si sta concentrando di più su una nuova strategia di sicurezza basata su una “forza di difesa multifunzionale, flessibile ed effettiva”, con una alta capacità di “deterrenza dinamica”. In questo contesto, Li Wei, direttore dell’Istituto degli Studi Giapponesi dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, sostiene che il Giappone da un lato sembra seguire la strategia statunitense di bilanciare lo sviluppo militare della Cina mentre dall’altro lato si propone di realizzare la sua indipendenza militare. Tali cambiamenti nell’atteggiamento difensivo giapponese hanno reso possibile per Tokyo l’intensificazione dei suoi sforzi per intervenire negli affari del Mar Cinese Meridionale insieme ad altri paesi della regione, tra cui Filippine e Vietnam. Pur sostenendo che l’alleanza tra Giappone e USA non è più asimmetrica come prima, Li osserva che il Giappone l’ha già trasformata in uno strumento conveniente per diventare “un paese normale”14.
Secondo Ye Hailin, professore di relazioni internazionali presso l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, il Giappone, indicando i progressi ordinari della Cina nel potenziamento della difesa come un problema di sicurezza regionale, ha mostrato la sua “mentalità squilibrata”. Sostiene che il passaggio di navi militari cinesi in prossimità delle acque delle isole Diaoyu/Senkaku è completamente legale e giustificato, poiché transitano in un corso d’acqua internazionale nell’Oceano Pacifico. Huo Jiangang, un esperto di studi giapponesi presso l’Istituto Cinese delle Relazioni Internazionali Contemporanee, sostiene inoltre che la Cina non ha violato la libertà di navigazione in queste acque come sostenuto dal rapporto. Ha affermato che Tokyo sta “prendendo la sua immaginazione per vera” e sta fuorviando non solo il popolo giapponese, ma anche la comunità internazionale15. Molti critici cinesi affermano anche che la continua insistenza dei Libri Bianchi della Difesa sulla “teoria della minaccia cinese” riflette la mentalità da Guerra Fredda del Giappone, i pensieri di destra e la paura della Cina. Secondo loro, il Giappone dovrebbe trattare lo sviluppo della Cina come un’opportunità piuttosto che come una minaccia. Invece di creare deliberatamente tensione internazionale facendo commenti irresponsabili e speculazioni maliziose sulla Cina, Tokyo dovrebbe fare una corretta valutazione della situazione e adottare il giusto atteggiamento verso l’ascesa pacifica della Cina16.
Conclusione
Finora, Tokyo non ha fatto alcun commento ufficiale sulla forte risposta della Cina al Libro Bianco. Tuttavia, molti studiosi e analisti politici giapponesi hanno avanzato la propria posizione sul rapporto. La maggior parte sembra credere che per trattare con la rapida modernizzazione militare della Cina e le sue crescenti attività attorno alle acque territoriali giapponesi, anche la Forza di Autodifesa del Giappone dovrebbe rafforzare costantemente la sua attività di sorveglianza e pattugliamento. Insistono anche sul fatto che poiché la mancanza di trasparenza nel processo decisionale e nelle capacità militari cinesi è un motivo di preoccupazione, Tokyo dovrebbe prestare particolare attenzione a tale questione. Il Giappone ha anche bisogno di migliorare la sua “cooperazione difensiva dinamica” con gli Stati Uniti. Sebbene critici della capacità militare cinese, gli analisti giapponesi tuttavia sostengono che c’è un urgente bisogno di migliorare le misure di fiducia tra i due paesi attraverso la riattivazione degli scambi bilaterali nel settore della difesa.
(Traduzione dall’inglese di Massimiliano Porto)