IL LIBRO CHE CI PIACE: LA SENTENZA di VALERIO VARESI

Creato il 05 febbraio 2012 da Vivianamusumeciblog @VivianaMusumeci

Leggiamo sempre con estremo piacere i romanzi di Valerio Varesi; nella sua ultima fatica, intitolata “La sentenza”, sempre pubblicata da Frassinelli, non incontriamo però il noto commissario Soneri, bensì veniamo catapultati in un romanzo sulla lotta partigiana.

Avendo letto pressoché totalmente quanto scritto dall’autore, ben conoscendo come Varesi si serva dei propri romanzi  come strumenti utili  per fare i conti con il passato, dove il racconto, declinato secondo gli schemi del “giallo”, viene utilizzato nella forma di romanzo sociale, non ci meraviglia l’immersione in un tema quanto mai delicato, in un periodo storico che ancora oggi è problematico da raccontare.

Di questa storia partigiana, ambientata tra le valli dell’Enza e della Parma, non è neppure azzardato parlare di romanzo di formazione: in Bengasi e in Jim, i personaggi centrali del romanzo, che, senza nulla accennare alla trama, aderiscono alla causa partigiana in maniera del tutto “anticonvenzionale”, si sviluppano sentimenti e stati d’animo sempre più complessi. Entrambi cinici, guidati incessantemente da un istinto di autoconservazione, riscattano la loro vita, dandole un senso più compiuto.

E’ un romanzo epico, dove sullo sfondo scorre la storia con la S maiuscola,  ma la storia al contempo è fatta da piccole vicende e da azioni personali.

Non è comunque un romanzo, e questo è senz’altro un pregio del libro, in cui la Resistenza viene raccontata in termini agiografici; in realtà l’autore ne scava le ombre, le paure, le contraddizioni, le idealità difficili da tradurre sul campo, ma riesce a farci capire l’importanza di quell’esperienza storica e le motivazioni che l’hanno sostenuta.

In sintesi: un bel libro.

B.C.

Valerio Varesi

La sentenza

Frassinelli

pp. 278

Euro 18,50


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