Georgina Harding, La solitudine di Thomas Cave, Vertigo
Agosto, 1616. La baleniera Heartsease ha trascorso la stagione di caccia presso una sconosciuta isola delle Svalbard, in pieno Artico, dove pochi osano spingersi. Ma presto verrà il grande freddo e tutti sono ansiosi di tornare indietro prima che il ghiaccio si richiuda. Tutti, tranne Thomas Cave che, davanti ai compagni increduli, scommette di poter resistere da solo in quella terra estrema fino alla primavera seguente. Qualche provvista, un riparo e un giornale di bordo, nel caso non dovesse vivere abbastanza per raccontarla, saranno il suo unico equipaggiamento. E quando l’interminabile notte polare calerà, si scateneranno contro di lui tutte le innumerevoli insidie dell’inverno artico. Cave si troverà allora esposto a tempeste di neve, orsi, valanghe, malattie, nonché ai suoi stessi demoni: paura, apatia, superstizione, ricordi. Avvolto in quelle tenebre bianche, il suo passato tornerà a fargli visita: la donna che ha amato, il dolore straziante che lo ha spinto a fuggire nel ghiaccio. Potrà Thomas Cave uscirne vivo? Cosa troverà sul fondo della propria immane solitudine? Dio o l’uomo? La pace o la follia? Splendido ed evocativo, La solitudine di Thomas Cave è fra i libri più celebrati degli ultimi anni, già divenuto un classico.
Georgina Harding è autrice di due saggi: Tranquebar: A Season in South India e In Another Europe: Journey Across Hungary and Roumania. La solitudine di Thomas Cave è il suo primo romanzo, a cui è seguito The Spy Game: A Novel.