Una storia vera, un padre in viaggio con il figlio, un figlio speciale, affetto da autismo. Un viaggio che non si doveva compiere secondo medici e insegnanti, dall’Italia all’America, una assurdità per una persona che dovrebbe aver bisogno di stabilità. Un on the road tutto particolare, scritto da Fulvio Ervas che è stato “investito” dal destino di farsi aedo di questa storia, narrata a cuore aperto e con forza, di quelle che si vorrebbe non finissero mai. L’autore dimentica per ora le avventure dell’ispettore Stucky per toccare l’animo dei lettori, senza dubbio!
SE TI ABBRACCIO NON AVER PAURA, FULVIO ERVAS, MARCOS Y MARCOS
Un mattino senza scuola, Fulvio Ervas guarda scorrere il mondo dal tavolino di un bar.
“Ehi, tu scrittore” lo apostrofa un tipo con occhi da Richard Gere “ho una storia per te. Sei uno scrittore, vero? Mi han detto che sei uno scrittore, e di quelli bravi”.
“Sì” risponde Fulvio incerto “scrivo storie di fantasia”.
“Allora ascoltami” dice l’uomo, che nel frattempo ha detto di chiamarsi Franco e ha ordinato uno spritz, “perché la storia che voglio raccontarti ha la forza della vita vera e la bellezza di un sogno”.
Comincia così un dialogo durato un anno intero, sotto la pergola dell’uva fragola, sul divano di casa Ervas.
Franco racconta di Andrea, della loro avventura attraverso le Americhe. Fulvio è incantato dalla sua energia, dal coraggio di quel padre che ama disperatamente suo figlio e vuole regalargli a ogni costo tutta la vita che può, tutta la bellezza che può: in barba a quell’autismo maledetto.
Un giorno anche Andrea entra in giardino, con i suoi delicati saltelli sulle punte, con la sua smania di abbracciarti, di toccarti la pancia, di dirti ‘bella’, ‘bello’. E la sua mano percepisce in un istante come stai veramente.
La mente di Fulvio parte, elabora immagini, corre con quell’Harley Davidson su strade a perdita d’occhio.
Segue la danza di Andrea, che sembra sempre sul punto di spiccare il volo.
Trasforma il racconto di Franco in un romanzo che affonda nel cuore e fa decollare le emozioni
Nasce in riva al Piave il 23 luglio 1955, senza sapere che Einstein era appena morto. Quando ne avrà coscienza, si iscriverà a un liceo con l’idea di costruirsi una cultura scientifica. Attratto da tutti gli animali diversi dall’uomo, si laurea in scienze agrarie, con un’inquietante tesi sulla “Salvaguardia della mucca Burlina”. Insegna scienze naturali nell’Impero della pubblica istruzione, e di questo racconta in Follia docente, ma è assediato da altre storie. Per strada, nell’orto, vicende e personaggi gli si affollano in testa e non gli danno pace finché non si sentono in salvo su una pagina. Insieme alla sorella Luisa ha pubblicato La lotteria (Premio Calvino 2001) e Succulente. Con Commesse di Treviso invece ha dato vita a uno dei più curiosi e divertenti ispettori della pagina scritta, l’ispettore Stucky, mezzo persiano mezzo veneto, e a una serie di storie dove il sangue scorre più nelle vene che nei marciapiedi, dove c’è più umanità che assassini e tanta ironia per raccontare le bellezze e le contraddizioni di un NordEst in continua trasformazione. Lo stesso personaggio gli ha ispirato Pinguini arrosto, Buffalo Bill a Venezia, Finché c’è prosecco c’è speranza e L’amore è idrosolubile, facendogli conquistare i lettori di tutt’Italia.
Oggi Fulvio vive vicino a Treviso con la famiglia e un numero crescente di animali domestici.
il viaggio lo trovate anche qui: <!– –>
http://www.youtube.com/watch?v=Uf0hgEEZt2E&feature=youtu.be