Il suo nuovo libro ha già fatto il giro del mondo perché tocca una corda che per molti intellettuali laici è decisamente tesa. Il titolo è chiaro: ““Why Science Does Not Disprove God”, ovvero “Perché la scienza non smentisce Dio”. Una sfida diretta al principale cavallo di battaglia dei fondamentalisti atei -da Dawkins a Odifreddi, da Lawrence Krauss a Dennett-, contenuto in tutti i loro libri degli ultimi dieci anni.
Una recensione dell’“intelligente e stimolante” libro è stata pubblicata sul “Washington Post” in cui si spiega che è frequente la presa di mira degli autori ateo-scandalistici che abbiamo citato poco sopra, i quali «usano la scienza moderna per sostenere che Dio non è solo inutile, ma può difficilmente esistere. C’è un certo fervore religioso in tutti questi libri». Aczel «tenta di dimostrare che le analisi dei “nuovi atei” sono ben lungi dal confutare l’esistenza di Dio. Egli accusa queste persone di macchiare l’impresa scientifica piegandola alla loro scura missione. “Lo scopo di questo libro è quello di difendere l’integrità della scienza”, scrive nella sua introduzione».
La missione di Aczel, invece, è quella non solo di sfatare gli argomenti dei “nuovi atei”, ma anche di suggerire che i risultati della scienza in realtà indicano l’esistenza di Dio, anche attraverso diverse interviste a dozzine di eminenti scienziati, undici premi Nobel e teologi. Un capitolo riguarda la cosmologia, un altro l’archeologia, un altro la biologia e l’evoluzionismo e così via.
Insomma, una lettura che certamente Piergiorgio Odifreddi consiglia a tutti, anche perché in passato ha sempre valorizzato e recensito i libri del matematico Aczel, che stima molto riconoscendogli l’ottima competenza nel campo in cui lui, al contrario, non ha granché brillato. Non a caso, l’ex divulgatore torinese si è oggi ridotto all’attività di blogger, accusando Papa Francesco di essere miliardario perché possiede tutti i beni della Chiesa e invitandolo a tacere “per pudore e decenza”. Rispediamo il consiglio allo stesso Odifreddi il quale, come ha rivelato Francesco Agnoli, è solito chiedere -senza vergognarsi-, 2000€ più spese quando viene invitato come relatore a qualche serata a scopo culturale.
La redazione