E’ un po’ come se aprisse il grimorio di famiglia. Misticismo di lui e riverenza di lei li avvolgono entrambi. Odora le pagine, sfiorandole con la peluria bionda del viso, delicatamente, in un contatto più intimo di quello che ci si sarebbe aspettati. Scorre i polpastrelli risalendo trasversalmente la pagina in un attrito morbido e solo poi, a simbiosi avvenuta con la carta pergamenata dal tempo, tuffa incerta l’occhio sul titolo. Il Cigno di Oudewater. Sorride e si dimentica del tempo.
Claudia Zedda