E la voglia di tornare a casa. Di aprire un libro per ritrovarsi: di aver lasciato quelle pagine incompiute - oh l'incompiuto, arte dell'essere tutto te stesso - per tornare, figliuol prodigo. Prodigo di emozioni, di parole, verboso menzognero, di fronte all'avaro cesellatore di ragioni.
Aprire il libro e orientarsi nella storia che seguivi. Riconoscere una a una quelle storie e non sapere proprio come finiranno. E avere voglia voglia voglia di andare fino in fondo e la pazienza di aspettare. Il sesso che non è urgenza, scomodo solletico, è piacere sferzante di riscoprirsi.
E la brama di toccare quei fogli, quella vita di carne impacchettata nella fantasia, di risentire i tuoi odori e scoprire solo allora quelli altrui. Storie di carta, storie che si ammalano di silenzio. Storie che si strappano a un certo punto senza spudoratezza davanti a me. Ero arrivato proprio qui.