IL LIBRO SUL COMODINO: Cercasi Ben disperatamente
Da Studiopsicologiatorino
@StudioPsyTorino
"L’autismo rendeva molto solitario il mondo di mio figlio. Gli altri bambini non riuscivano a capirlo, e a sua volta lui trovava incomprensibili loro. I suoi accessi di rabbia, gli urli e gli strilli li spaventavano, mentre lui era terrorizzato dai rumori che facevano i compagni e dalle loro corse nei corridoi della scuola."
"Il gatto fiutò l’aria e il bambino gli si avvicinò ancora di più. Quando la sua testa arrivò all’altezza di quella del micio, che lo fissò negli occhi, avrei giurato che George li avrebbe distolti. Ma non fu così. Invece di guardare fisso nel vuoto o di far ciondolare il capo, ricambiò, e i due mantennero il contatto visivo per un secondo, mentre mio figlio continuava a parlare dolcemente. Trattenni il fiato stupefatta: George parlava con il gatto, sorridendo come se fosse una cosa che faceva tutti i giorni, e l’animale lo osservava con uno sguardo che potevo solo definire amichevole. Erano gli occhi di un’anima antica, che aveva già visto tutto e che nulla poteva più sorprendere."