Il linguaggio dei doni

Creato il 27 dicembre 2012 da Odio_via_col_vento

Come il linguaggio dei fiori.
Rosa rossa, amore; rosa gialla, gelosia; viola, ti penso; orchidea, sono tuo; geranio, no e poi no!.
Anche i regali fatti e ricevuti per Natale trasmettono un messaggio?
Parlano attraverso la loro simbologia (nemmeno tanto nascosta)? Dicono quello che le parole non possono o non vogliono dire?

Bagnoschiuma e profumi, asciugamani e accappatoi, sottintendono un invito a lavarsi più spesso? a coprire uno sgradevole odore personale? a presentarsi più in ordine?

Libri e (oggi) e.reader sono inviti a curare di più la propria istruzione o cultura?

Un maglione oversize è una ineludibile indicazione della necessità di dimagrire?

Occhiali, lente di ingrandimento (con lucina incorporata....divertentissima), portachiavi con richiamo sonoro, cappello e sciarpa di lana, scialle, calzettoni pesanti, copertine di pile da divano...ohi ohi ohi....sono indicazioni che l'età avanza e nessuno più ti regala cosine sfiziose, ma solo "presidi sanitari"?

Eppure anche tutta questa lettura dei messaggi subliminali che ricevere regali si porta dietro rivela la profondità della nostra aspettativa.
Ci aspettiamo di essere amati per quello che siamo, di essere capiti, che i nostri bisogni e i nostri desideri siano compresi senza parole:
Ci aspettiamo di essere percepiti sempre belli, sempre giovani, sempre desiderabili, sempre perfetti.

Aspettiamo il principe azzurro o la lanterna di Aladino all'interno di ogni pacchetto, il cielo in una stanza, il segreto della felicità.
In fondo è sempre il bambino remoto che sta dentro di noi, che ancora vuol credere al Natale e alla magia di un essere soprannaturale che indovina i tuoi desideri.


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