Questo articolo è stato scritto per la webzine Fumettidicarta
TI AMO BASTARDO!
- Lobo: L’ultimo Czarniano, prima edizione American Heroes nn. 2-3-4-5 L. 4000 cad. ed. Play Press; raccolto in vol. unico, spillato, pag. nd, col. ed. Play Press (marzo 1994)- Lobo’s Back, numero speciale brossurato a colori L. 6000 ed. Play Press
- Lobo Paramilitary Sangue a Natale, brossurato a colori L.4000 ed. Play Press
(In questi volumi c’è una traduzione più attenta e curata di Alessandro Bottero, ed è quella che consiglio)
La ristampa Planeta è comparsa sui volumi monografici Universo DC: Lobo vol. 1 e 2, ma vi consiglio vivamente di considerarli come “piano B” perché ripeto non c’è paragone tra questa traduzione e le precedenti.
Una doverosa premessa che potete tranquillamente evitare di leggere.
In questo momento sto ardentemente odiando tutto quel che riguarda la sfera di un pc, sto odiando tutto quello che è digitale, informatico, cibernetico, virtuale.
In questo preciso istante sono così incazzato che sorrido immaginando eserciti di boscaioli e ruspe che abbattono centinaia di piante conifere, per fabbricare quaderni di tutti i generi del mondo.
Adesso prenderei volentieri a calci il sedere di Bill Gates.
Venisse ora da me, direi a Morpheus dove ficcarsi la sua pillola rossa, e mi rimetterei a dormire, vorrei essere il dottor Angelo nel romanzo di Stephen King per dire a Giobbe che se avessi saputo che razza di gaglioffo arrogante sarebbe poi diventato, l’avrei volentieri lasciato un rintronato buono solo a ripulire giardini per qualche.
Dove è finita la bozza della mia recensione!? Internet bastardo.
Dove hai nascosto il mio pezzo, cosa ci hai fatto con quei pochi mega di file “.txt” che raccoglieva la fatica di una notte intera di lavoro?!
Se scrivi su un foglio il tuo pensiero, a meno che non decidi di dargli fuoco resta lì, fisicamente reperibile comunque, dove vanno a finire le cose che batti su una tastiera, esiste un cimitero delle cose che cestiniamo per sbaglio? E Soprattutto gli scritti che salviamo nelle cartelle di bozza della posta elettronica dove vanno a nascondersi? In quale anfratto di silicio? In quale ponte radio sta aspettando, impaurita e abbandonata la mia bozza, in quale fibra ottica è rimasta incastrata e non riesce più a tornare da me?
Viva l’inchiostro!
Chiusa parentesi (cit. Totò)
1. I love British.
Mi sono improvvisamente reso conto che tutte le volte che voglio dare un tono erudito ai pezzi che scrivo, vi rifilo sempre delle citazioni riguardanti Alan Moore, sarà che io quest’uomo lo amo proprio. Ma è quell’amore un po’ malsano e patologico, un po’ come Bondi ama Berlusconi , quell’affetto fastidioso, come quello che i napoletani riservano per Lavezzi.
Non vorrei però che questo continuo citare Moore, mi dipingesse ai vostri occhi come uno snob spocchioso con la puzza sotto il naso, per quel che concerne i fumetti.
Cioè non è che quando sono a casa ed ho voglia di rilassarmi mi stendo sul divano e comincio a leggere quella deliziosa mattonata di Sacco Amniotico. Così finisco per somigliare a quei patiti del cinema che vogliono farvi credere che ogni due giorni si vedono Un mondo di marionette di Bergman (tra l’altro bellissimo).
No niente di così raffinato, tra i miei fumetti preferiti, che ho riletto almeno un centinaio di volte ci sono le miniserie di Grant, Giffen e Bisley su Lobo.
2. Un pò di storia.
Prima di cominciare, occorre fare un po’ di chiarezza, prima di tutto, questo pezzo è rivolto a quella classe di lettori relativamente giovincelli che si sono persi la vera Golden Age del fumetto in Italia. Non molto tempo fa infatti dovete sapere che non esisteva assolutamente il noioso monopolio che esiste oggi per quel che riguarda i fumetti statunitensi (Marvel e DC) anzi, vi era un delizioso caos di concessioni, ed il mercato era decisamente attivo e arzillo.
Play Press, Star Comics e Comic Art, si mazzolavano tra loro a suon di nuove iniziative, allo scopo di primeggiare nelle edicole, e tra un delicato scambio di insulti ed un altro che volavano negli editoriali e nelle pagine della posta, (quando gli editoriali non erano ridotti a lista della spesa da fare, e le pagine della posta esistevano ancora), si leggeva sempre con piacere la nascita di questo o quel nuovo fumetto, ed insomma, vuoi per i prezzi relativamente contenuti, vuoi perché comunque si percepiva che pian piano il fumetto stava tornando nelle nostre edicole, insomma tra i litiganti chi veramente godeva alla grande era il lettore, che aveva sempre qualcosa d’interessante da leggere.
Su American Heroes, brossurato della Play Press dal logo e dal nome pacchiano, sul quale era destinata la pubblicazione esclusivamente di materiale DC, fu pubblicato quasi in sordina una miniserie, che suscitò molto interesse anche in Italia, come in America.
L’ultimo Czarniano rilanciava un personaggio secondario della L.e.g.i.o.n., Lobo per l’appunto.
Dopo l’inaspettato successo, il primo numero ormai è un pezzo da collezione, La DC pretese il bis dal gruppo di autori, ed arrivarono in successione Sangue a Natale e Lobo è tornato. Il primo un volume unico speciale e la seconda una nuova miniserie. Dopo queste il Lobo di Bisley e Co. divenne per la DC, una sorta di gallina dalle uova d’oro, Lobo all’inizio degli anni ’90 era un personaggio richiestissimo, tanto che la sua presenza in un albo voleva dire che quell’albo sarebbe andato esaurito in breve tempo. Un po’ come era successo in casa Marvel con Venom, che finì per scontrarsi persino con Ghost e Quasar.
3. Lo Scarf ‘n’ Barf e lo spazio profondo DC.
L’universo DC è sempre stato più popolato e meno noioso di quello Marvel, d’altronde basti pensare agli scenari galattici nei quali si svolgevano le avventure del Corpo delle Lanterne Verdi per avere un’ idea.
Insomma lo spazio siderale della DC sembra far l’ occhiolino alla letteratura di Douglas Adams, l’autore di Guida galattica per autostoppisti.
Gremita di pianeti, astronavi, di stazioni di sosta tipo i nostri Autogrill, e di vita senziente e in molti casi decisamente paracula.
Alieni umanoidi, molto simili per quel che riguarda la sfera comportamentale, al Paul dell’ ultimo film di Simon Pegg e Nick Frost, sono il tipo di personaggi che si incontrano nella galassia più underground e metropolitana costruita da Grant e Giffen in L’ultimo Czarniano.
4. Lobo se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide, al massimo ti diverte.
Grant e Giffen ridefinirono e ridisegnarono il riluttante membro della Legion, Lobo, estremizzando fino al limite gli aspetti della figura dell’anti-eroe.
Lobo è un autentico bastardo, è la cattiveria fatta persona, amorale, egocentrica, sessista; è il seme dell’anarchia e della violenza gratuita germogliato e cresciuto in una robusta quercia.
Come Superman è l’ultimo superstite del suo pianeta, ma mentre Krypton è esploso, gli abitanti di Czarnia sono stati trucidati da lui stesso. Lobo è dotato di una forza che gli permette di reggere tranquillamente una scazzottata con Superman, è un segugio capace di rintracciare in qualsiasi angolo remoto della galassia chiunque sia già stato in contatto con lui, è intelligentissimo ma il suo intelletto è asservito a tutto quello che concerne l’omicidio, la tortura e le mutilazioni. L’unica cosa per i quali mostra affetto è un branco di delfini spaziali che accudisce tranquillamente. L’Uomo, come elegantemente ama riferirsi alla sua persona, è un assassino a pagamento, e un cacciatore di taglie, momentaneamente costretto ad offrire i suoi servizi a Vril Dox e alla Legion in seguito ad un patto siglato tra i due.
Un’altra delle caratteristiche sulle quali Giffen e Grant giocano, è il senso dell’onore di Lobo. Ovviamente come il resto anche questo aspetto e estremizzato fino a diventare caricaturale, un onore che rasenta il patologico, lui rispetta sempre la parola data, porta sempre a termine un lavoro affidatogli. Per dire: mettiamo che gli affidiate un incarico, che sia un rapimento, o un omicidio o che so io, ma poi volete ritornare sui vostri passi, piuttosto che ritirarsi Lobo, vi farà fuori.
“Last Czarnian” poggia le basi della sua godibilità su questo aspetto del caratteraccio di Lobo. Questa inquietante caparbietà.
Una storia veloce, semplice e spassosa, con dei dialoghi divertentissimi e una serie di situazioni incalzanti, rendono questa miniserie una piccola perla degli anni ’90.
Come in Watchmen, il fumetto si alterna ad inserti narrativi, provenienti da un libro intitolato “Biografia non autorizzata di Lobo” essenziale per la comprensione del personaggio.
Dox affida a Lobo una semplice estradizione, la missione, apparentemente una semplice scorta, si rivelerà molto frustrante per il nostro eroe, visto che il prigioniero da scortare è proprio l’autrice del libro sgradito, che Lobo stava già progettando di ammazzare. Ad aggravare la situazione è il fatto che sempre l’autrice del libro è in realtà un’ altra Czarniana, (come già detto Lobo è convinto ed orgoglioso di avere sterminato la sua razza), e non una semplice Czarniana bensì la sua maestra delle elementari. Insomma vi ho già detto troppo mi fermo qui ed aggiungo solo: “da leggere assolutamente”.
5. Diavolo di un Biz
I disegni di Simon Bisley, incantano tutti. Al tempo in cui arrivò sulle pagine di American Heroes, Biz era decisamente sconosciuto qui in Italia.
Eppure questo delinquentello con l’evidente passione per l’heavy metal, ci mise davvero poco a conquistare consensi. In America (come in Italia) il britannico fa l’emulo dei vecchi Padri Pellegrini inglesi, sbarca e conquista, con il suo stile originalissimo.
Tra gli autori che influenzano le sue tavole, figura più di tutti il compianto Frank Franzetta, eppure tra quegli omaccioni pompati in pose neoclassiche, che sembrano rubati alle copertine dei dischi dei Manowar, difficile non vedere e non soprattutto non sorridere di uno stile completamente opposto, veloce, nervoso, quasi come se fossi incappato nel layout ripassato a china. Vignette con personaggi volutamente ridotti al minimo sindacale grafico, spesso sgraziati e deformi, quasi frutto della mano di un bambino. Insomma Bisley è bravissimo, e senza nulla togliere ai due geniali scrittori, sicuramente è determinante, il suo stile nel successo di Lobo.
Se siete iscritti su faccialibro provate a digitare Lobo, la prima pagina che vi verrà fuori su Lobo è questa: LOBO (as drawn by Simon BIZ Bisley), per dire che il Lobo che ancora tutti ricordano e quello illustrato da questo talentuoso autore.
6. Il bastardo più amato dai nerd.
Abbiamo chiesto ad un noto psicologo infantile, infantile non perché si occupa di bambini, ma perché non ti prende mai sul serio e fa un sacco di capricci: quale pensa sia stato il vero motivo che ha portato a Lobo questo successo?
Ha risposto: “Perché siete tutti dei bulli repressi bastardi!”, tirando su con il naso.
A mio modestissimo parere il Lobo di Giffen-Grant-Bisley è diventato un fumetto così amato perché essenzialmente diverte, e diverte davvero tanto, e poi per quella oscura legge della natura che ti porta ad amare, il grottesco ed il cattivo, fateci caso, quante volte vi ritrovate a bere al bar con un vostro amico, che si sta ubriacando perché la fidanzata l’ha mollato, lui un santo, che non le ha mai fatto mancare niente, che l’ha sempre riempita di attenzione un giorno di botto diventa quello che le toglie l’aria, ed è scaricato e sostituito nel giro di pochi giorni del solito piacione bastardo sciupafemmine.
Ma scusate d’altronde Ferradini come diceva?
Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore, non farti vivo, e quando la chiami fallo come fosse un favore.
Insomma lo Stronzo piace… e Lobo era (ed è) il Re degli stronzi.
7. Bene, bravo, bis!
Rispettando la prima, più vecchia regola del capitalismo, che dice che nel momento in cui, scopri, o crei, qualcosa capace di far volare via i soldi dalle tasche dei tuoi clienti e farli atterrare senza troppi problemi nelle tue casse, la DC pretese, dopo Last Czarnian, altro materiale da dare in pasto ai fan dell’Uomo, ed i tre non ci misero molto a regalare al pubblico altre due perle.
Nel velocissimo Sangue a Natale ‘Bo fa il sicario a pagamento, il suo bersaglio è nientemeno che Babbo Natale, esilarante, il mandante il Coniglietto Pasquale ed altri rappresentanti di festività minori che si sentono schiacciati ed inferiori rispetto al Natale.
Ma in Lobo’s Back che i tre danno il meglio, per rimpinguare le sue finanze prosciugate dagli incarichi per conto di Legion, Lobo ritorna a fare il cacciatore di taglie, putroppo stavolta L’Uomo sarà battuto dal suo avversario, e la sua anima dovrà fare i conti con un paradiso decisamente burocratico per il quale non è prevista nessuna reincarnazione, tantomeno la sua.
Delle tre, questa è la miniserie che preferisco e che straconsiglio a chi ancora non ha avuto modo di leggerla, scorrevole dissacrante e divertente.
8. Viva l’ Italia.
Come ribadito, la prima edizione di queste storie in Italia è merito della Play Press ed il consiglio che vi do per quelli che ho lasciato un po’ curiosi, per godere al meglio di questi volumi è di reperire proprio quelle edizioni, le cui traduzioni furono curate sicuramente molto e sottolineo molto meglio. Non vorrei dire una cretinata adesso ma se ben ricordo il curatore per lo meno di L’Ultimo Czarniano era il buon Bottero, che proprio nel redazionale di American Heroes, confessava le difficoltà ad italianizzare i dialoghi del fumetto ricchi di uno slang difficile da adattare al nostro italico idioma.
Piuttosto che alle ristampe ad opera della Planeta (edizione le cui traduzioni hanno a mio parere, devastato i bellissimi dialoghi di Grant).
9.Conclusioni
Accattatevillo.
Baci ai pupi.