Parigi, durante le vacanze di Pasqua, ha accolto milioni di turisti provenienti da tutto il mondo per visitare la nuova ala del Louvre “la nuvola dorata”, interamente dedicata all’Islam, progettata dal genio italiano dell’ arch. Bellini, profondo conoscitore della cultura araba.
Il tempio della cultura mondiale apre le sue porte ad una civiltà illuminata ma molto spesso discriminata, la fa propria con l’esposizione di pezzi unici provenienti da collezioni private di emiri e di sceicchi, che il museo ha saputo convincere con un idea innovativa e vincente di cultura, come strumento di dialogo e di continuità fra i popoli.
Ma soprattutto Parigi si è dimostrata coerente nel dare un messaggio di grande valenza sociale alla comunità islamica; quello di integrazione, di accoglienza e di rispetto sia civile, sia religioso.
«La Francia ha una forte tradizione di difesa della laicità e della libertà di opinione, ma è anche il paese dell’integrazione della più numerosa comunità musulmana d’Europa».
”L’idea di creare un dipartimento delle Arti dell’Islam nel Louvre e’ un atto di intelligenza culturale e politica – dice Bellini -. In particolare oggi, in questi momenti in cui per le ragioni piu’ diverse si e’ generata questa tensione internazionale, quasi una specie di inizio di conflitto di religioni e di civilta’, si rivela essere stata un’intuizione felice e feconda. Questo gesto appare cosi’ in tutta la sua lungimiranza, come un gesto di comprensione, scambio, accoglimento, distensione e integrazione”.
Cremona ha una grande comunità indiana, residente e fortemente produttiva, ma non la considera e non la integra, anzi mantiene le distanze. Basta leggere i recenti articoli pubblicati dalla stampa locale su una delle feste religiose più importanti della comunità sikh per capire che la si paragona a un fenomeno puramente folkloristico.
I nostri Musei nel loro sistema, prevedono aperitivi ed incontri gastronomici a suon di archi ed aprono le porte a scuole, ospizi, pensionati ma cosa fanno per gli immigrati? Non è un target di riferimento anche questo?
Se proprio vogliamo dirla tutta, trovo “spaventose ed improvvisate” la maggior parte della mostre d’arte cremonesi che non interessano più a nessuno, nemmeno a portare i visitatori direttamente dentro ai contenitori che le ospitano, annoiati pure questi! Vogliamo parlare dei 12 stendardi in giro per la città, ultima chicca della cultura locale? La festa indiana è sicuramente un’alternativa più vibrante e vivace di questa pseudo cultura intellettuale da benpensanti!
Progetti a Cremona non ce ne saranno mai fino a che le competenze di chi li partorisce sono quelle note a tutti, insufficienti a richiamare investitori, collezionisti e realtà internazionali.
Il problema non è in chi gestisce la cultura ma nei personaggi che ruotano attorno ad essa, alle strategie che non si possono fare per mancanza di professionalità specifica e all’assenza di una visione a 360° dell’economia del territorio.
Gli investitori privati vanno corteggiati, invogliati, affascinati con progetti originali, unici ed innovativi, confezionati su misura con strategie mirate e coerenti, altrimenti andranno altrove a cercare proposte più interessanti.
Siamo nell’era della globalizzazione e se vogliamo restare vivi dobbiamo essere più competitivi sia attraverso le risorse umane, sia nei mezzi, il vicesindaco Nolli da questo punto di vista non ha tutti i torti a chiedere più impegno agli assessori.
Il MDV non darà molto spazio alla progettualità dei successori, che hanno già messo le mani avanti per cautelarsi sapendo che da reinventare resta ben poco, se queste sono le premesse.
Per la gioia di un commentatore, la cultura di Cremona resterà “chich & cheap” ancora per molte lune, fra lambrusco, una fetta di salame, tabacco, liscio e taca banda, interrotto da violini, torrone e gite a new york sorseggiando aperitivi!
Ma in fondo è quello che a lui fa comodo.
Claudia Cremonesi
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