Ho comprato Lucernario, il romanzo di Saramago rimasto inedito per oltre cinquant’anni e pubblicato solo di recente. La particolarità di questo testo è che, quando un trentunenne e ancora sconosciuto Saramago decise di inviarlo a un editore confidando nella speranza di pubblicazione, il romanzo non fu rifiutato, molto più semplicemente fu ignorato. Cioè l’editore, con una prassi oggi assai diffusa, non si degnò nemmeno di inviare un prestampato di due righe in cui comunicava al futuro Nobel per la letteratura di non ritenere il testo adatto a una pubblicazione. La reazione di Saramago a quel silenzio fu rabbiosa, tanto che quando il manoscritto fu rinvenuto in occasione di un trasloco della sede della casa editrice in questione, egli rifiutò sdegnosamente le numerose offerte di pubblicazione che gli piovvero addosso. “A questa antica ferita attribuimmo la noncuranza con cui abbandonò il manoscritto sul suo tavolo”, ricorda Pilar del Rio nella prefazione al romanzo ora in uscita in Italia per Feltrinelli. “Saramago” – continua – “riteneva che nessun editore ha l’obbligo di pubblicare i manoscritti che riceve, ma che esiste il dovere di dare una risposta a chi la aspetta giorno dopo giorno, mese dopo mese, con impazienza per non dire con trepidazione”. Immagino che negli anni Cinquanta gli editori portoghesi non ricevessero la quantità di proposte che riceve oggi un editore medio in Italia, e questo rende quel silenzio un’offesa ancora più grande alla dignità dello scrittore in formazione. Nel mio piccolo, uno dei rifiuti che conservo con più gelosia è una risposta che mi mandò Sellerio anni fa, una lettera fitta e articolata con cui si dava il resoconto della lettura del testo che avevo proposto, una relazione benevola e gratificante che però non lasciava spazio a spiragli di pubblicazione, per ragioni – così si leggeva – di linea editoriale. Non esagero se dico che la soddisfazione che mi diede quel piccolo cenno fu grande quasi come se si fosse trattato di una proposta di pubblicazione. Sarà che nell’epoca in cui non si nega niente a nessuno, più semplicemente si ignora, un certificato di esistenza in vita finisce per avere un valore inestimabile.
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Il “Lucernario” di Saramago e un certificato di esistenza in vita
Creato il 26 giugno 2012 da AndreapomellaPotrebbero interessarti anche :
