JUVENTUS-NAPOLI 2-0. Dopo l’interminabile, inesplicabile, insostenibile sosta per le nazionali torna l’insulsa, infausta, infima Serie A. E l’anticipo delle 18 del sabato è di quelli da non perdere per nulla al mondo, a meno che non si abbia qualcosa di meglio da fare. “Io ho tirato le freccette alle vecchie dal balcone dell’hotel”, spiega Mario Balotelli. “Io ho pernottato a Livorno e ho colto l’occasione per fare un giretto nel centro città”, racconta il tecnico del Verona Mandorlini, che aggiunge usando un foulard raffigurante Che Guevara come slip del suo boxer o forse come boxer del suo slip (che tra l’altro pare che l’animale, chiamato affettuosamente Dux Mea Lux Fuhrer di Salò soffra di stomaco dopo aver ingoiato un roditore comunista): “E comunque Livorno fa schifo”. Diverso l’impegno di Mourinho: “Oggi ero a cena dai miei. E Dio tiene la tv spenta mentre siamo a tavola”. Peccato per tutti loro, perché Juve-Napoli mantiene tutte le promesse di sfida al vertice, anche se la cima non era di certo l’Everest ma al massimo la collinetta di San Siro. Nessuna polemica a fine gara e reciproca simpatia tra i tifosi. I bianconeri si sono presentati allo stadio muniti di molletta, i napoletani di carta igienica. Un attimo di confusione al momento dell’entrata in campo delle due squadre. Vista la confusione sugli allenatori juventini, sulla panchina bianconera si è seduto Eros Ramazzotti ma a fine primo tempo ha patteggiato due anni di silenzio dopo il suo ultimo, orribile, singolo. Nella ripresa il suo posto è stato preso dal parrucchiere di Conte, che visto che non ha lavoro da 17 anni si è dovuto riciclare in un altro mestiere.
LAZIO-MILAN 3-2. E dire che il Milan aveva tutti i favori del pronostico. Dopo aver perso 8 delle ultime 7 gare, infatti, i rossoneri erano dati in gran periodo di forma. “Una forma in effetti ce l’abbiamo. Dopo l’albero di Natale ho pensato di inaugurare lo schema a panettone”, ha spiegato Allegri che tenta così di esorcizzare il timore di essere licenziato. Tutto l’ambiente rossonero comunque si stringe intorno a lui: “In tal modo speriamo di soffocarlo”, spiega Adriano Galliani, che ha poi ribadito la sua fiducia al tecnico: “E’ il miglior allenatore degli ultimi 16 anni se si eccettuano Capello, Ancelotti, Cesare Maldini, Sacchi, Leonardo, Tabarez e Terim”. Continua a volare la Lazio: “Prima o poi mollo un bello stronzo”, afferma l’aquila Olimpia. Lotito: “Defecantum est defecantis”.
CAGLIARI-BOLOGNA 1-0. Uno alla domenica mattina gradirebbe dormire e svegliarsi alle 14 inoltrate, in tempo per affogare in una piadina crudo e squacquerone prima dell’inizio delle partite delle 15. E invece succede che ci svegli presto e si debba assistere a tali spettacoli come Cagliari-Bologna talmente mortificante da far rivalutare lo splendido format di “Mezzogiorno in famiglia”, condotto da Amadeus e Laura Barriales che almeno lei ha qualcosa in più di Nené e Morleo. Per festeggiare la vittoria Cellino ha invitato i tifosi del Cagliari a entrare nell’Area 51.
ATALANTA-SIENA 2-1. A Bergamo si festeggiano i 105 anni dell’Atalanta. A Siena si festeggiano i 105 centimetri di Reginaldo (per chi non avesse capito a che cosa ci riferiamo può chiedere a Elisabetta Canalis). Incrociando questi due fattori ne viene fuori che Reginaldo la butta dentro ma allo stesso tempo che il Siena lo prenda in quel posto subendo due pere negli ultimi minuti di gioco. Bona. Ventura.
CHIEVO-FIORENTINA 1-1. Il derby del Gran Sasso comincia come peggio non poteva cominciare. Luca Toni è titolare. Da lì in poi non si hanno più notizie dei 22 in campo. Pare che al termine del primo tempo sia spuntata la troupe di “Scherzi a parte”. Subito dopo Facundo Roncaglia avrebbe minacciato un golpe appoggiato dall’esercito venezuelano. La situazione sarebbe ancora in divenire. L’unica cosa certa è che Toni sarà offerto come sacrificio umano.
INTER-CATANIA 2-0. Bella vittoria dell’Inter in questa curiosa domenica che la vede impegnata in un test pre-Europa League contro una compagine di Serie B. Buone risposte arrivano soprattutto da Obi che alla domanda di Stramaccioni: “Che ore sono?”, avrebbe risposto correttamente: “Le tre meno un quarto”. Molto bene anche Cassano, che dopo il quinto gol in otto partite manda messaggi distensivi a Juventus e Milan: “Galliani ride? Sarà stato prima del derby. Marotta ride? Sarà stato prima di essersi guardato allo specchio. Bonucci ride? Sarà stato prima di guardare Marotta”. Recrimina il Catania. Legrottaglie: “Su di voi caleranno le locuste”.
PALERMO-TORINO 0-0. Avvincente partita alla Favorita. Al 16esimo della ripresa Miccoli ha chiesto di poter andare a casa a guardare la replica di “Uomini e donne”, Gasperini si è licenziato da sola e Ventura ha dovuto per l’ennesima volta dirimere un equivoco: “No, non sono Simona, di cognome faccio Cabello”. Subito dopo si è pettinato la frangetta e ha chiamato al telefono Massimo Caputi.
PARMA-SAMPDORIA 2-1. Continua il momento d’oro del Parma, cominciato cinque minuti fa. Continua il momento buio della Sampdoria. Maxi Lopez ha sbattuto il ginocchio contro il comodino, Obiang ha urtato la bottiglietta dell’acqua, Romero non ha sentito la sveglia. Ferrara: “Prometto che presto alzeremo le tapparelle”. Donadoni riempie di complimenti Amauri: “A casa sua non ero mai stato, non me la sono sentita di chiedergli un secondo piatto di fettuccine al ragù”. Soddisfatto il presidente Ghirardi: “Le fettuccine me le sono mangiate io”.
UDINESE-PESCARA 1-0. Il derby dell’Adriatico mantiene le aspettative. E’ stata la partita più brutta degli ultimi 256 anni. Guidolin: “Sono contento per i 256 anni”. Stroppa: “I miei giocatori fanno schifo. Non abbiamo speranze. Ho inoltrato richiesta alla Figc di giocare 28 volte contro il Milan, è l’unico modo per farcela”. Triste Quintero: “Giocare nella stessa squadra di Bjarnason è un affronto che non posso tollerare”. Bjarnason: “C’è un equivoco, io l’avevo detto al mister che di mestiere faccio l’idraulico”. I lavandini dell’Adriatico perdono ancora.
GENOA-ROMA 2-4. In serata avevo un appuntamento di alta cultura (o forse era coltura), fatto sta che non sono riuscito a seguire Genoa-Roma. Mi è andata bene, visto che è stata la partita meno interessante del weekend. Pochissime emozioni se si eccettuano i sei gol, i diciotto pali, le 84 occasioni da rete, il riscatto di Osvaldo e De Rossi, la sigaretta di Zeman spenta in faccia a Burdisso, l’esonero di De Canio, il catarro di Jorquera, lo chignon di Balzaretti, lo spogliarello di Sarah Felberbaum a metà campo, la dichiarazione di guerra della repubblica marinara di Genova a quella di Amalfi e il primo congiuntivo azzeccato da Preziosi dal 1967 a questa parte.
Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
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