Visto in VHS.
Dramma famigliare teatrale che è pervaso completamente dalla teatralità. Se le opere di Tennessee Williams sono ottimi lavori per il teatro che si adattano pure al cinema, qui O’Neill non riesce nell’intento, e da un dramma teatrale ottiene un film teatrale. Ogni scena è eccessivamente verbosa, eccessivamente sopra le righe, drammatica, c’è sempre qualcuno che piange, che insulta in maniera pesante qualcun altro per poi scusarsi e tutto ricomincia come se niente fosse successo; la sceneggiatura è un tripudio di anti-naturalismo pieno di parole che colmano il vuoto.
Vero è che Lumet è riuscito nel miracolo di portare al cinema una piece non cinematografica come “La parola ai giurati”; ma qui ha un bel daffare a muovere carrelli impossibile, ad abusare del dolly per inseguire i personaggi anche nei movimenti minimi, ad inquadrare dal basso piuttosto che da una distanza impossibile… tutti sforzi sprecati, il film rimane incompleto, tutto teso a parlare piuttosto che mostrare.
Anche gli attori, tutti bravissimi (ovviamente eccellente la prova della Hepburn) senza nessuno sconto di lodi… ma devono recitare parti eccessive, lacrimose e macchiettisti che, il che li penalizza a priori.
Magari è un ottima piece teatrale; e certamente le forze in campo sono quelle del miglior cinema possibile… ma come film è di difficile sopportazione.