Lunedì sera, ore 19.40 circa. Interno Pandino.
- Allora ci vediamo giovedì mattina alle 10, giusto?
- Giusto! Ciao Garibaldi, buona serata!
- Ciao caro
Faccio per scendere, levo la cintura, apro lo sportello, metto un piede fuori dal Pandino…
- Ah senti, mi sono dimenticato di dirti una cosa
- Dica
- Guarda che il Pandino deve andare dal carrozziere perché mi sono venuti addosso
- Sì lo so
- Quindi forse giovedì ti vengo a prendere con la Mini…
- EH?!?! MA NON TI RICORDI QUELLO CHE TI AVEVO DETTO L’ALTRA VOLTA?! O IO O LA MINI!!!
- Sì sì ma forse, vedrai che fanno in tempo a fare tutto prima, ciao ciao scendi che adesso devo andare
- *bestemmie varie*
Arriva giovedì mattina. Sandi non è ovviamente puntuale e me lo fa sapere a modo suo.
Sandi è arrivato alle 11.27. Con che cosa? Bravi, avete indovinato.
All’inizio ha fatto finta di niente, come se io non me ne fossi accorta. Mini Cooper, Panda, praticamente separate alla nascita. Io però mica posso tacere, per cui…
- Mi avevi scritto che non avevi la Mini
- Quale Mini? Questa ti sembra una Mini?
- …
- No davvero eh, c’è scritto Mini sul volante ma è il Pandino travestito!
- …
- Dai Garibaldi, freccia a destra, a destra, ho detto a destra, quella è la sinistra, non dare la colpa alla Mini se non sai distinguere la destra dalla sinistra!
- QUALE MINI?! QUESTA?! MA QUESTA NON È UNA MINI, L’HAI DETTO ANCHE TU!
- …
Inutile dire quanto schifo al cazzo ho fatto dopo. Si segnalano: una strada quasi percorsa in senso vietato (l’avrei percorsa in senso vietato se non ci fosse stato Sandi) e un cavalcavia imboccato per miracolo (senza Sandi a quest’ora sarei in una specie di scarpata). Ah poi la Mini ha il freno più duro dell’universo, per cui io frenare con la Mini non so cosa voglia dire. Al contrario ha l’acceleratore più sensibile del mondo per cui quando sono scesa ho dato una sgasata che si sono spaventati i gatti. Poi io sembro scema, e lo sono, sono troppo scema per guidare, ma a certe cose c’arrivo, per cui nel percorso didattico che mi porterà a fare l’esame adesso siamo al punto in cui vuole testare i miei riflessi e i “comandi” non me li dà 500 metri prima ma 50, per cui devo fare le tremila cose da fare nel giro di poco tempo e con una certa prontezza di spirito. Allora. Io ho i riflessi di un bradipo. Non ho coordinazione. Non ho prontezza di spirito. Io ho bisogno di sapere le cose prima. Nella vita e al volante. Io ho bisogno di sapere oggi se mercoledì prossimo devo andare in città. Io ho bisogno di sapere con largo anticipo che devo andare da quella parte, mi devo preparare, devo riflettere, devo pensare a quello che devo fare. Mica Garibaldi gira a sinistra tre metri prima di girare a sinistra. Oh, ma che siamo matti? Io capisco che lui non si sia rassegnato al fatto che io ormai sto guidando per superare l’esame al primo colpo e non per imparare a guidare nel mondo vero, giacché è una cosa che non farò, è normale che non si rassegni perché è il suo lavoro e fa fatica a capire come una persona possa non amare i motori, ma io non posso nemmeno far finta che mi interessi nella vitavera imparare a guidare, perché no, non mi interessa. Se non ci fosse Anacleto io le guide le avrei già interrotte perché a questo punto non penso che ne valga la pena. E invece no, c’è questa lotta continua praticamente quotidiana in cui ci sono io VS Sandi, il Pandino, la Mini, Anacleto e il mondo intero. E’ chiaro che perdo, ma di brutto pure.
Sandi ogni tanto mi chiede chi comanda tra noi due, perché spesse volte non lo ascolto. Esistono due risposte giuste. La prima è Comando io, dimostra controllo, indipendenza, intraprendenza, padronanza del mezzo. La seconda è Comandi tu, dimostra fiducia, rispetto, stima, marca la distanza tra allievo e istruttore. Io scelgo la terza risposta, quella sbagliata. Comanda la macchina. E’ la macchina che ha sempre ragione, che decide lei, che fa lei, io non posso nulla contro quell’infernetto a quattro ruote. Sandi poraccio ci prova a prendere il controllo, sento i pedali che si muovono da soli (e come ho già scritto è una cosa estremamente piacevole), ma la macchina vince. Gliel’ho pure chiesto. Ma se io accelero a manetta e tu inchiodi chi vince tra di noi? Mi ha risposto ma non ho capito la risposta. Secondo me è la macchina che decide. Oppure esplode e la finiamo lì.