Una mattina avevo fatto tardi, il bus si era incastrato nel caotico traffico di Londra, non voleva saperne di muoversi, e io che mi ero alzata all’alba per prenderlo ed essere in tempo al lavoro, mi ritrovavo invece imbottigliata al piano superiore, a fissare le macchine ferme e i ciclisti zig zagare fra esse.
Scesi e bussai alla vetrata del driver – che mi fa scendere?
Lui mezzo annoiato mi aprí la portiera e io corsi a prendere la overground dall’altra parte della strada: tempismo ragazzi, tempismo e scarpe da ginnastica, ecco cosa dovete mettere in valigia se venite a stare a Londra.
Ora capisco come mai quasi tutti partecipano alla Maratona annuale, tanto sono giá belli allenati!
Anyway ero cosí confusa e assonnata, che scambio una per una mia collega, quella li mi fissava, mentre io la salutavo e le chiedevo come stava, poi resami conto della cantonata, mi sorrise e io mi misi seduta a scavarmi una buca con la mia pala.
Quando ecco che passa … non l’avevo mai veduto uno se non nei film di Poirot, o in Harry Potter, o nella Mummia con Brendan Fraser … un treno tale e quale a quello dell’Orient Express.
Si sono fermati e ammutoliti tutti mentre, lento e maestoso passava, e faceva sfoggio del vagone ristorante, con i tavolini apparecchiati di pizzo bianco, le tendine raccolte, le piccole lampade da tavolo, stile liberty e il vassoiame di porcellana, e in mezzo a questo tripudio di vecchie glorie, c’erano loro i passeggeri intenti a fare colazione, seduti composti, sorridente con le forchette d’argento che sembravano usciti da un film.
Come essere catapultati indietro di 100 anni.
Le tende svolazzavano languide al sole, mentre lento e maestoso quel treno senza etá passava, e sembrava sbeffeggiarci, dei nostri “nuovi” lussi e delle nostre “nuove” velocitá.
Quello forse era il vero lusso. Lanciati a una velocitá che sembrava pazzesca, mentre oggi quella nostra non ci sembra mai “abbastanza” veloce.
Sir Koala ringrazia e saluta.