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Il Maestro Antonio e l’amore per i libri

Creato il 29 ottobre 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

 Il 23 aprile sarà a Barcellona. Ma prima vuole fare il giro d’Italia.

“I confini regionali – spiega – li ho già valicati. Ora proverò a portare la mia missione all’estero”. E a fermarlo non ci saranno né la pioggia, né il freddo, né il caldo, che diventa insopportabile senza climatizzatore. Sì, perché Antonio La Cava, maestro, in pensione da quattro anni, nato nel ’45 a Ferrandina, in provincia di Matera, viaggia a bordo di un bibliomotocarro. Un’Apecar 500, celeste.

Il Maestro Antonio e l’amore per i libri
Antonio, che ha insegnato nelle scuole elementari per 42 anni, da qualche tempo riempie la giornata “seminando – dice – amore per i libri”.

Sulla sua Ape, infatti, trasporta più di mille testi. “Libri – chiarisce -  di letteratura per ragazzi e non solo. Sono libri miei, nuovi, che vengono dati in prestito e poi restituiti, di solito dopo un mese. L’idea mi è venuta quando mi sono accorto che i ragazzi non leggono. Se in Italia si legge poco, in Basilicata si legge ancora meno. Così, nel ’99 ho comprato un cinquantino ad Altamura per 800 mila lire. Agli inizi mi sono sentito solo. C’era tanta indifferenza nei confronti della mia idea da parte delle istituzioni, delle librerie e delle case editrici lucane. Sono andato avanti. Per fortuna c’erano la mia famiglia e i bambini entusiasti. Ho sempre creduto che il mio progetto fosse vincente”.

Ogni giorno il maestro Antonio percorre tanti chilometri. Può arrivare a farne anche 170, se decide di andare a Potenza. E la cosa succede spesso.

“Quando affronto distanze lunghe – afferma – mi arrangio, faccio sacrifici, mangio poco, anche perché, lo ricordo, l’attività è gratuita. Ma non mollo. E’ una cosa che mi piace, mi permette di conoscere tante persone. Sono rientrato da poco da Padova. Sono stato a Vasto, in Puglia e in Campania. Penso di girare l’intero Stivale e far innamorare sempre più persone dei libri. Voglio ripagare Ignazio Silone del lavoro che ha fatto con me. Dopo Fontamara nulla è stato più come prima”.

                                                                                                                            Cinzia Ficco


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