«Margherita socchiuse gli occhi al sole splendente, ricordò il suo sogno di quella notte, ricordò che precisamente un anno prima, nello stesso giorno e alla stessa ora, sedeva sulla stessa panchina accanto a lui. Ed esattamente come allora aveva la borsetta nera accanto a sé. Lui non era accanto a lei quel giorno e tuttavia Margherita Nikolaevna parlava mentalmente con lui: “Se ti hanno deportato perchè non ti fai vivo? Ai deportati non consentono di farsi vivi. Non mi ami più? Per qualche ragione non lo credo. Allora sei stato deportato e sei morto… Allora, ti prego, abbandonami, dammi finalmente la libertà di vivere, di respirare”. Ed era la stessa Margherita Nikolaevna a rispondere al suo posto: “Tu sei libera… forse ti trattengo?”. E poi gli obiettava: “No, che risposta è questa? No, vai via dalla mia memoria e allora sarò libera” ».
Grazie al blog di Nxero e a questa citazione, mi è venuta l’ispirazione per riprendere in mano Il Maestro e Margherita. Riprenderlo e finirlo, dopo averlo abbandonato sullo scaffale per tanti anni.
E’ una citazione di quelle che ti trapassano come un pugnale.
Mi perdonerete (e mi perdonerà Nxero) se ho fatto un brutale copia-incolla del brano; a mia discolpa posso dire che l’ora è tarda, che gli occhi già si incrociano e che le cose da fare prima di chiudere baracca e burattini sono ancora tante, troppe.
Ho usato il tempo risparmiato col copia-incolla per cercare un vecchio pezzo di David Sylvian che nella mia testa è legato profondamente al periodo in cui comprai la copia de Il Maestro e Margherita che ho appena rimesso sullo scaffale.
Altri tempi… non necessariamente spensierati.
Buona notte, soliti lettori.
Fate bei sogni.