Naturalmente, arrivo in stazione ed il treno è già sul binario in partenza, solita routine, “Ngiorno, va a bari?…” prendo posto in piedi, giro la testa a destra e sinistra ed avvisto la lettrice del giorno. Molto minuta, riccioli neri neri le coprono un viso affilato ma molto dolce, legge curva in avanti un libro dalla copertina bianca di cui non riesco a intravedere il titolo ma che evidentemente accelera il respiro della lettrice. Ad un certo punto si accorge che il treno è rimasto fermo più del dovuto (o forse sente d’esser osservata?), si passa una mano tra i riccioli e riprende a leggere senza troppa pena. Il titolo ancora mi è celato, io continuo a leggere con un occhio alle mie pagine ed uno a lei. Finalmente alza un poco la copertina quel tanto che mi basta per vedere un famoso e familiare Chat Noire (gatto nero) e due “M” maiuscole che riconosco sulle altre. Non mi occorre altro per riconoscere uno dei libri da me più amati: Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. Doppiamente soddisfatta continuo nella mia di lettura ma non posso fare a meno di pensare a quanto la lettrice di oggi sarà ammaliata dal finale a cui è molto vicina.
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