Correva l’anno 1900 quando The Wizard of Oz, il celebre romanzo di L. Frank Baum, usci per la prima volta. Incredibile, vero? È trascorso più di un secolo e, ancora oggi, è una delle favole più conosciute e raccontate al mondo. Letta ad ogni generazione di bimbi, e trasposta per la prima volta su grande schermo nell’oramai lontano 1910, l’avventura di Dorothy nel mondo di Oz ebbe una serie di sequel. Esatto, quel libro divenne il primo di molti racconti, scritti inizialmente dallo stesso autore poi dalla sua progenie.
Diverse furono le avventure della bimba del Kansas che durante un tornado si ritrovò a schiacciare la strega cattiva dell’Est nel Fantastico Mondo di Oz. Non solo sulla carta ma anche sullo schermo. Lo stesso autore produsse i primi film (datati 1910/14), ma fu quello del 1939, che conferì la fama mondiale a Judy Garland, ad imporsi nella memoria collettiva.
Di acqua sotto i ponti ne è passata molta, il colorato e bizzarro mondo di Oz è stato citato più e più volte da romanzi, film (il più recente è Il Grande e Potente Oz, di Sam Raimi), fumetti (anche la bella Paperina ha visto Oz), programmi televisivi (Futurama), sino ad oggi quando i registi Will Finn e Daniel St. Pierre si trovano a dirigere un sequel animato (!) basato su uno dei racconti di Roger Stanton Baum (pronipote di L. Frank Baum). “Il magico mondo di Oz” riporta, a cavalcioni di un gigantesco e coloratissimo arcobaleno, la piccola Dorothy e il suo cagnolino ad Oz per salvare i suoi amici Uomo di Latta, Spaventapasseri, Leone e Glinda da un malefico Giullare che vuole imporre la sua cattiveria e governare il mondo.
La bambina, con nuovi compagni di viaggio (il gufo Socrate, il Maresciallo Mallow, la Principessa di Porcellana e la nave parlante Nat) anche questa volta affronterà molte prove e sortilegi prima di riuscire a raggiungere il palazzo in cui gli amici sono tenuti prigionieri, e i bambini in sala hanno occhi solo per le immagini sullo schermo.
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Una nuova storia quindi di amicizia, di mutuo soccorso nel momento del bisogno, di lealtà, che vuole comunicare, oggi come allora, l’importanza della tenacia, dei valori e del contare sugli altri. Nonostante i riferimenti ai fatti di cronaca dei tempi moderni, la storia che tutti conosciamo non ci appare molto cambiata. È più colorata, ha attualizzato il linguaggio, ma ci mostra principi identici a quelli della nostra infanzia, concetti come il bene e il male sempre radicati e immanenti, e personaggi tanto colorati e buffi quanto coraggiosi. Grande inno, vero monito, per le nuove generazioni, a non perdere mai le speranze.
Forse, con minor magia rispetto all’originale, che oggi gode del tipico fascino vintage, ma con molta azione, con battute ritmate dalle note della tanto amata Violetta (che nella versione originale sono del rocker canadese Bryan Adams), questo lungometraggio di animazione è un vivace tuffo nel mondo delle favole dai toni molto sgargianti che alla sua prima è stato promosso dagli attentissimi ed esigenti piccoli ospiti.
Il film è in sala già da qualche giorno ed è perfetto per giornate dal clima incerto come l’odierna
Vissia Menza