Il male minore

Insomma, Gheddafi fu ricevuto con tutti gli onori da Berlusconi su suggerimento di una giovane marocchina che spiegò al premier com’è che vanno trattati quei leader lì. Naturalmente le cose non possono essere andate in questo modo. Però tutto il casino che ruota attorno all’affaire Lavitola-Tarantini – annesse confessioni più o meno spontanee della giovane – e che ha più di un ganglio con le altre vicende giudiziarie degli ultimi mesi è quanto mai inopportuno. L’idea che una buona parte del Paese sia assuefatta a un certo tipo di storie e conventicole di ogni genere, specie d’estate, è da riporre ormai nell’armadio. Mazzette ovunque, soldi versati sui conti di chissà chi e depositati chissà dove, escort, bunga bunga vecchi e nuovi, case vista Colosseo e case a Montecarlo sono faccende che logorano un intero sistema. Stavolta hanno persino l’aggravante di non riguardare esclusivamente la semplice convenienza personale e opportunità politica di un uomo. Il periodo è quello che è: quattro manovre in poche settimane, i moniti di Napolitano e della Bce, un Paese too big to fail e too big to bail sono la dimostrazione lampante dell’inadeguatezza del governo a fronteggiare la crisi. Tuttavia, sebbene le contingenze non lo permettano, ci si distrae con i miseri racconti di invidie tra vassalli e valvassori. Visti i presupposti, che per martedì Berlusconi abbia trovato altro da fare  potrebbe non essere il peggiore dei mali.