Sembrerebbe davvero che la parola management, usata sovente senza una chiara idea di cosa significhi davvero, in realtà non piaccia molto. Ho provato a fare una ricerca nel web. Inseguivo blog sullo sport business e sull’organizzazione di eventi. Da linked-in ai gruppi di discussione, da blog specializzati in economia sportiva a siti a tema ho trovato sempre e solo il marketing. Che effettivamente affascina di più.
Il marketing è la scena, il management è il lavoro forzato. E forzato è pure questo paragone. Chi si occupa di marketing sa che esso è prima di tutto analisi, studio, ricerca. La scena arriva dopo, molto dopo. E dunque anche il marketing è lavoro forzato.
Ma appare più bello. Il marketing è quello vestito bene sotto i riflettori, il management è il tecnico vestito di nero con le mani sporche di grasso.
Cosa vuol dire management?
Una possibile traduzione è amministrazione e già vengono i brividi dall’orrore. L’altra possibilità è chiamarlo gestione. Gestire vuol dire: condurre, regolare dirigere e si, anche amministrare.
Il grande guru del management, Fredmund Malik, dice però altre due cose. Una che il management è un mestiere che deve essere imparato. Due, che essere manager è un po’ come essere un giardiniere: si deve fare in modo che le piante si sviluppino e crescano da sole.
È una bella immagine, eppure …
Perché proviamo avversione per il management?
Me lo sono chiesto spesso. Nel mio viaggio nel web italiano ho trovato poco e niente e soprattutto ho trovato il deserto di pietre quando si parla di sport event management. Tutti scrivono di contratti, di sponsor, di costi di diritti TV e nessuno ci spiega come si gestiscono i flussi del pubblico, come si pianifica un accreditamento, come si organizza il vitto ai volontari, come si conduce una riunione e che differenza passa tra una riunione informativa e una decisionale, come si costruisce un budget per un evento e come lo si tiene sotto controllo. È vero, queste cose, in parte si trovano nei libri delle facoltà di management. Ma una cosa è essere manager e una cosa è essere un manager di eventi. Saper gestire un budget, ma non sapere come si gestiscono i trasporti per i vari stakeholder è pressoché inutile.
Mancanza di confronto
Un’altra cosa che nel mio viaggio nel web ho trovato è che mentre i siti, i blog, i gruppi di discussione anglosassoni sono molto frequentati e molto vivaci, in Italia nel web non si discute. Cioè, si discute quando il tema è la politica o il rigore della domenica o, autoreferenzialmente, il web 2.0. O magari per commentare un contratto di sponsorizzazione, giusto per rimanere nel tema “eventi”. Ma tutto tace quando si parla di event management. Eppure, qua e là, come funghetti rari, appaiono interventi in rete sulla gestione. E sono pure belli e stimolanti! Perché questa mancanza di dialogo? Perché questa assenza di feedback da parte dei lettori?
Alcune ipotesi
1. Gli esperti ci sono, ma fuori dal web, sulla carta. In questo caso sono … vecchi? O sono avanti? nel senso che guardano già oltre il web?
2.. Gli esperti sono tanti, ma poichè abituati al lavoro dietro le quinte sono timidi ed evitano la piazza del web.
3. Il management è davvero noioso e secondo la tradizione italiana poco importa sapere come fare il lavoro, tanto alla fine ci si arrangia sempre
4. Io non so cercare sul web, che invece è pieno di blog italiani che scrivono e discutono di event management.
Sia chiaro, nulla contro il marketing. Per chi fosse arrivato fino in fondo questo mio post spero sia chiaro. Nessun j’accuse ma solo un AAA cercasi. Per me il management è bello e cerco amici che la pensino come me.
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