(Manga. Hisoire et univers de la bande dessinée japonaise di Jean Marie Bouissou, 2008)
Jean Marie Bouissou è un appassionato di manga oltre a essere un conoscitore della cultura giapponese a tuttotondo, i suoi studi storici e politici si sono concentrati sul Giappone moderno ed è autore di diversi saggi dedicati a questo paese. Titoli che danno l'idea di trovarsi di fronte al lavoro di un cosiddetto professorone, probabilmente è davvero così, un professorone però che è stato in grado, grazie a una passione per il fumetto giapponese palese e trasparente scoccata in età avanzata (il professorone è del 1950), di scrivere un saggio sul manga sempre divertente, accattivante e scorrevole, privo di qualsiasi tipo di pesantezza (si leggono volentieri anche le note) e allo stesso tempo illuminante e prezioso per chi come me di manga ne sa davvero poco e piacevole anche per il super esperto.
Dopo aver terminato la lettura (o durante la stessa), si inizia a guardare ad alcune delle caratteristiche presenti in diversa narrativa per immagini giapponese con un occhio nuovo, con nuova consapevolezza, soprattutto se si prendono in esame quei peculiari elementi molto distanti dalla nostra cultura occidentale, fummettistica e no. In molti casi l'approccio al fumetto dei giapponesi, per noi così originale, è determinato dalla storia del loro paese, diversa dalla nostra, o dalla diversa mentalità, pensiamo ad esempio a un popolo abituato a comunicare per iscritto usando dei concetti (ideogrammi) e non parole legate a segni e suoni, meccanica mentale che può portare anche a una diversa lettura di una tavola di un fumetto. Questi sono argomenti per me non facilissimi da spiegare in questa sede ma che Bouissou illustra a meraviglia in maniera coinvolgente nelle pagine del libro, facendo capire al lettore il perché di molte cose magari fino a quel momento etichettate dallo stesso con molta superficialità come sciocche o poco serie.
L'autore esplora i legami del manga con la storia del Giappone, sia quella sociale e politica, sia quella più prettamente artistica, illustra al lettore da dove provengano contenuti e modalità espressive che a noi occidentali possono sembrare strampalate, ci parla di sesso e umorismo scatologico contestualizzando il tutto in maniera chiara e divertente. Non mancano un po' di storia e riflessioni sui diversi approcci al manga delle varie generazioni di mangaka, molto interessante vedere come cambino forme e contenuti in base allo "stato d'animo" del paese, ci sono i risvolti economici e produttivi del settore, l'esplosione del manga in occidente, le contestazioni e chi più ne ha più ne metta.
L'effetto più strabiliante che questo volume procura al lettore, almeno a quello che ora scrive, è quello di far nascere la voglia di andare a leggersi la maggior parte delle storie che l'autore cita o di cui tratta (e per questo c'è una bella appendice in coda al volume), se siete soliti farvi prendere dalla scimmia la cosa potrebbe essere molto, molto pericolosa.
L'edizione Tenué è davvero ben curata, un bel volumone di quasi quattrocento pagine corredato da numerose illustrazioni (b/n), note e glossario dei termini giapponesi, il tutto avvolto in una bella confezione, la collana Lapilli Giganti si conferma una selezione di scritti davvero preziosa.