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Il manuale del perfetto troll

Da Mcnab75
Inside the mind of the serial troll.

Inside the mind of the serial troll.

Nell’aria c’è, voglia di trollare ♫
Non certo da adesso, bensì più o meno da quando esiste il Web. Con l’affermarsi dei social network c’è stato poi il proliferare dei troll, che si sono riprodotti come conigli, uscendo da ogni buco per infastidire blogger, vlogger, giornalisti, celebrità e chi più ne ha più ne metta.
Ne abbiamo già parlato mille volte, soprattutto nell’articolo Dieci commentatori che non vorresti sul tuo blog, sempre attualissimo. Una Top 10 che è valida praticamente sempre, un po’ come una maledizione.
Oggi però voglio cambiare punto di vista: ammettiamo che qualcuno di voi stia seriamente pensando di passare dall’altra parte della barricata. Trollare in scioltezza non è facile, mai. Ricorrere a insulti e parolacce vi farà andare incontro a una prematura fine carriera. Il ban è sempre dietro l’angolo. A questo punto occorre escogitare sistemi più subdoli e pratici per rompere la palle al prossimo. Qualcosa che vi lasci margine di agire, almeno per qualche tempo, prima di essere nuclearizzati dal blog/forum in questione.
Visto che son tutte cose che ho provato sulla mia pelle (sigh), voglio condividerle con voi.

I metodi del trolling perfetto

troll poster

  • Appellatevi alla libertà di parola

Il che vuol dire insinuare nella persona che state trollando (e nei suoi lettori) il dubbio di essere stati privati del vostro diritto di esprimere opinioni. La strategia è sottile. Innanzitutto non dovete adoperare parolacce, minacce o insulti, altrimenti il vostro ban immediato sarebbe sacrosanto. Commentate dunque con saccenza e con sarcasmo, ostendando però un velo di (falsa) educazione che vi potrebbe mettere al riparo da una scacciata da parte della vostra vittima. Se siete bravi con le parole, il giochetto può andare avanti a lungo, a meno che la vittima non sia particolarmente democratica (io, per esempio, sono assolutamente dittatoriale).
Dannosità dell’attacco: 7/10

  • Fate battute a casaccio

Ci sono poche cose più irritanti che non ricevere commenti ironici o sarcastici ai vostri post più lunghi e documentati. Perfino un semplice smile è in grado di far saltare i nervi al blogger, se ricevuto al momento e al posto sbagliato. La strategia è questa: utilizzate stupidi giochi di parole per inventarvi battute idiote, da piazzare nei post più sentiti. Di solito è semplice intuire quali sono. Non utilizzate troppo frequentemente questa tattica, bensì solo nei momenti più importanti, saltando fuori come Vietcong dalla boscaglia.
Vi farete odiare, ve lo assicuro.
Dannosità dell’attacco: 6/10

  • Lasciate un commento lunghissimo

Prendete di mira un post da cui dissentite con l’autore, quindi premuratevi di lasciare un commento lunghissimo, farcito di ironia e di ammiccamenti falso-buonisti, in cui smontate per benino tutto ciò che la vostra vittima ha scritto. Fornite dati inventati di sana pianta, giusto per minare la fiducia degli altri lettori che intervengono nella discussione, siate ficcanti, ma non apertamente offensivi. Soprattutto siate prolissimi, divagando a casaccio, pur di allungare il brodo. Non è la sostanza, bensì la quantità del commento a dover irritare. Immaginatevi nei panni di Puffo Quattrocchi, vera icona di questo filone di trolling. Certo, non è una tattica semplice e veloce, ma è ammorbante come poche altre.
Dannosità dell’attacco: 8/10

  • Fate i moralisti

Tecnica d’attacco più brutale delle precedenti, ma molto efficace. Prendete un post frivolo scritto dalla vostra vittima, magari uno dove si parla di gadget elettronici, di moda, di fumetti, e saltatevene fuori con la frase moralista per antonomasia: “Con tutti i problemi che ci sono al mondo tu perdi tempo a parlare di queste cose?” Se poi si parla di donne, di sesso, di erotismo, buttatela sul femminismo ruspante, oppure sul fanatismo religioso, spargete ovvietà e demagogia, urtate i nervi della vostra vittima cercando di farla passare per uno scansafatiche viziato. Di solito interventi del genere sono in grado di scatenare tutti i lettori fedeli alla vostra vittima, causando irritazioni e mal di pancia assortiti.
Dannosità dell’attacco: 7/10

  • Spargete sfiducia

Ottima strategia d’attacco per tutti quei post riguardanti progetti, iniziative o sogni da realizzare. La trollata si innesca col classico “Bella idea ma secondo me non funzionerà!” Aggiungete magari “In Italia“, la classica ciliegina sulla torta di tutti i lagnosi. In più, cercate di avere buona memoria. Se la vostra vittima ne ha già parlato in passato, ribaditegli: “Ne avevi già scritto qualche mese fa. Com’è che da allora non hai combinato nulla?” Ovviamente della risposta non ve ne frega nulla, vi basta la certezza di aver causato un moto di sfiducia e rancore nel vostro bersaglio.
Dannosità dell’attacco: 8/10

  • Ostentate saccenza su argomenti che non conoscete

L’arma definitiva di tutti i troll di successo: pretendete di avere ragione su tematiche di cui la vittima è evidentemente più informata e preparata rispetto a voi. Se il poveraccio parla della Seconda Guerra Mondiale, che magari ha studiato per anni, intervenite più e più volte con osservazioni sbagliate, ma spacciate per vere. Mettete in dubbio la sua autorevolezza agli occhi dei lettori. Sostenete tesi antitetiche, cercando di farle passare per buone. Ostentate una cultura che non avete, studi che non avete mai fatto. Ci sono blogger libreschi che con questa tattica si sono costruiti una carriera (prima di beccarsi delle denunce che hanno stroncato i loro slanci creativi).
Dannosità dell’attacco: 9/10

Chiudo con una precisazione: secondo me i troll sono tutti dei gran coglioni. Quindi, se volete essere dei coglioni anche voi, applicate questo manuale alla lettera. Viceversa, fate come le persone normali: crescete.

troll

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