“Posiziona materiali riflettenti di vetro o di metalli a specchio sul tetto di una macchina o di una casa per confondere la fotocamera del drone”;
“Usa esche: manichini o bambole a grandezza naturale per confondere il sistema di riconoscimento dei droni”.
Sembrano le istruzioni di un gioco della playstation o il ridicolo stratagemma della carta stagnola sulla testa per non farsi leggere i pensieri dagli extraterrestri. Sembra. Però sono trucchi reali, utilizzati per proteggersi dai droni dai guerriglieri mediorientali nelle loro interminabili lotte con il resto del mondo (e tra loro stessi, ndr).
Se, per alcuni, i droni sono l’incubo della privacità nell’era moderna, nell’idialliaco mondo tecnologico (che tutti gli amanti della Apple amano perché ogni sei mesi gli regala un nuovo I-giochetto senza il quale non possono sentirsi completi, ndr) i droni vengono adorati e se ne stanno esaltando ogni giorno di più le capacità, sempre più sofisticate, tanto da essere ormai capaci di sostituire l’uomo in alcune attività come la consegna di pacchetti ed il servizio ai tavoli nei ristoranti.
I droni sono, innanzitutto, strumenti militari, nati per sorvegliare e raggiungere quei posti dove un essere umano non può o non vuole addentrarsi.
Ruben Pater è un designer olandese che ha deciso di riunire alcune informazioni, creare un manuale per difendersi dai droni e venderlo su internet: un foglio 48 x 33 cm
, stampato fronte retro su carta argentata (!), con le istruzioni su come camuffarsi ed evitare che i droni vi piglino mentre state guardando un giornalino porno o sfogliando alcuni documenti top secret della Nasa, che avete trovato per caso nel deserto del Nevada.Una trovata puramente commerciale e seriamente ridicola quella del giovane Pater, che nel sito “Drone Survival Guide” vende a 10€ questo “manuale di sopravvivenza”.
Scherzi a parte però, la fonte del manuale e tutt’altro che scherzosa. Si tratta dei cosiddetti Al-Qaida Papers, documenti ritrovati in un edificio occupato dai combattenti di Al-Qaida a Timbuktu, nel Mali.
Qua sotto potete leggere il documento originale in arabo e la relativa traduzione in inglese, concessa dalla Associated Press.
Quindi, occhi bene aperti e, soprattutto, all’insù.
Matteo Vitiello