di Mario Sirpettino
Kairòs edizioni pagine 121 € 12,00
(Nel testo 25 foto a colori dei fondali del Parco Archeologico)
Flegreo è termine greco, vuol dire ardente come la passione che da sempre accompagna gli studi di Mario Sirpettino sulla storia della sua terra, in particolare sul Parco Marino archeologico che giace sul fondo del mare flegreo. Nelle pagine di questo saggio rivivono Pozzuoli, Baia e i Campi Flegrei in tutto il loro splendore, quello che le rendeva terre agognate dagli Imperatori di Roma. Poi vennero i capricci di questa terra di fuoco che sembra prendersi gioco degli uomini in un eterno emergere per poi sprofondare di nuovo nell’abisso. I Cimmeri, le lotte con i Giganti carpiscono subito la nostra fantasia, del resto lo scenario che abbiamo di fronte è quello di Agnano, Solfatara, Campiglione, Cigliano, Averno, Monte nuovo…sembra già di stare all’Inferno! Scappiamo nella città del “giusto governo” come la definirono i suoi fondatori, quello sparuto gruppo di greci fuggiti da Samo che ci costruirono vetrerie, officine di ceramiche e profumi che bramavano tutte le matrone. Ciò che però affascina di questo libro è la descrizione delle scoperte archeologiche, ci tuffiamo nei fondali sabbiosi di Baia o di Porto Giulio, ci appaiono i resti di un mondo fantastico, statue, colonne, mosaici sono il “mare di marmo”, il regno di Nattuno che speriamo sopravviva all’incuria dell’uomo, calamità ben peggiore dei vulcani.
“A che ricordare i porti e la diga di Lucrino
e la distesa marina che irata visi frange con alto fragore.
Laddove l’onda Giulia risuona nel riflusso delle acque,
e il ribollire del Tirreno penetra nel lago d’Averno?”
– Virgilio, Georgiche, L. II, VV. 161-164.
a cura di Luigi De Rosa
Statua Ninfeo di Claudio – Dioniso con pantera – zona A – AMP Baia, la foto è di Carmine Arrichiello