Il “mio” mare è tutto in questi tratti, in questo disegno stupendo di Luciano Tomei, che ringrazio per avermi consentito di pubblicarlo in questa sede.
Un uomo camminava lungo i sentieri dell’est, quando incontrò una cosa viva e le rivolse la parola:
– chi sei?
– un vaso, non vedi?
– sei pieno?
– forse
– ho sete, potrebbe essere acqua?
– potrebbe
– non so guardarti dentro, dovrò spaccarti
E l’uomo spaccò il vaso e l’acqua fu bevuta dalla terra. Allora l’uomo si maledisse e camminò ancora e ancora finché non incontrò un uccello d’oro:
– chi sei?
– sono lo spirito del fuoco
– e puoi cantare una canzone? Sono impaziente di sentire la lingua del fuoco
Così l’uccello d’oro cantò e il fuoco avvolse ogni cosa. Allora l’uomo si maledisse e proseguì finché non finirono i boschi e le terre ed ebbe davanti a sé una lunga striscia azzurra. E ad essa parlò:
– chi sei?
– sono il mare
– e sei una donna?
– anche
– e mi potresti abbracciare? Sono così stanco che ho perso la memoria
Così il mare allargò le sue ali sull’uomo innamorato, e soffiò per lui un letto salato di cielo e di terra. In quel letto ancora riposa.