Così ho abbandonato la confortevole e rassicurante distanza imposta dal mio telescopio e, un po' come l'angelo de Il cielo sopra Berlino, mi sono tuffato in mezzo a voi umani, con le vostre regole e la vostra pioggia, i vostri centri commerciali e i vostri negozi di souvenir, le vostre salsicce e la vostra storia, i vostri muri (crollati e non) e i vostri paesaggi (così privi di rosso). Era chiaro però che non avrei scelto l'Italia, come mia meta. Dopo tutti questi mesi ad analizzarvi, voi italiani, volevo qualcosa di diverso, un posto dove un marziano non era mai giunto prima. Così ho scelto la Germania.
E ora che sono tornato sul mio pianeta, che la congiunzione è finita e che posso distillare i ricordi e le esperienze, separandole dalle emozioni, posso dire che la scelta è stata giusta. Perché un viaggio degno di questo nome non è riposo, sdraio, ombrelloni e tintarella, bensì esperienza, cultura, cambiamento, confronto, prova. Ogni tanto, insomma, mettere il naso fuori dal nostro giardino (o cratere) può fare solo bene. Ma non si deve andare troppo distante, nel qual caso riconoscere le differenze culturali e di pensiero sarebbe scontato, facendo così rientrare l'esperienza nell'ovvio e quindi prendendo il tutto troppo poco sul serio nella misura con noi stessi.
Così, non avendo avuto la possibilità di aggiornare il blog in tempo reale durante il percorso, i prossimi post saranno i pensieri, le idee e le osservazioni a trecentosessanta gradi che questa esperienza mi ha lasciato. Nel frattempo ho risposto ai vostri interventi sui miei precedenti Libri Marziani. Dunque ben ritrovati tutti, cari vecchi e nuovi lettori. Il viaggio ricomincia.
/continua