Magazine Cucina
Il matrimonio è stato davvero un parto, organizzato in nove mesi -ve l'ho detto, un parto!- e consumato in una giornata che sembrava non finisse mai.
La mattina per noi è iniziata alle ore 5. Si, le 5 del mattino.
Quella mattina non brillava il sole, come nei giorni precedenti nel paesino di Rionero Sannitico. Quindi ci siamo svegliate con il cielo cupo. Una nebbia che neanche in Val Padana avevamo mai visto. Ma era nebbia o pioggia?
Non potevamo indugiare molto su questo quesito, perchè avevamo ancora moltissime faccende da sbrigare. Anzitutto, togliere di mezzo i letti, così da lasciare campo libero ai fotografi che sarebbero di lì a poco arrivati. I primi ad arrivare sono comunque stati il parrucchiere e la truccatrice. Ringraziamo entrambi, Francesco e Veronica, per la pazienza e l'allegria dei momenti antecedenti le nozze.
La sottoscritta si veste con un semplice leggins e una t-shirt, con tanto di giacca di pelle, per uscire: nella piazza deserta del paese non si vede e sente nessuno. Per fortuna.
Vado a portare Chanel nella casa di nostra zia, così da prendere i nostri vestiti e quello della sposa, avvolto nel suo involucro, e portarli alla casa della sposa. Fede aveva paura che la nostra gatta avrebbe fatto fare all'abito la fine che gli ha fatto fare Sfigatto, nel film "Ti presento i miei".
Corsa per i cambi d'abito, raggiungo di nuovo la casa per prendere le bevande e qualche dolcetto, per allestire il buffet. Non contenta, devo tornare giù perchè nel frattempo sono arrivate le fioraie per addobbare la chiesa ma il prete, che doveva aprirla per tempo, stava ancora dormendo. Sono costretta così a citofonare svariate volte alla casa del parrocco per svegliarlo.
Ma don't worry.
Non vi ho detto che la nostra casa sta in un punto elevato del paese e che quindi, salita e discesa sono state davvero terrificanti da affrontare, per svariate volte di seguito e con a volte pesi da portare.
Ma a casa dello sposo andrà meglio?
Lo scopro quando sono costretta all'alba a recarmici. Non ricordo per quale motivo, ma Squalo ancora dormiva nel suo letto quando sono arrivata, mentre suo padre era già all'opera.
Non vi ho detto che i miei capelli intanto, con l'umidità, si erano trasformati in un cespuglio di rose, compreso di spine.
Ma non posso sistermarli, perchè devo scendere di nuovo giù, in chiesa, per indicare alla fioraia dove poter consegnare il cuscinetto da mettere sulla macchina degli sposi.
Non posso neanche vestirmi. Alle 9.30 iniziano ad arrivare i primi parenti. Non abbiamo ancora allestito il buffet. Il cielo sembra aprirsi, con qualche raggio di sole. Alle 10 sono costretta a sistemarmi i capelli e a mettermi il vestito, mentre Fede fa qualche scatto con i fotografi e poi mi chiede di chiuderle il vestito.
Ora posso dirlo, anche a lei: non è stato per niente facile!
Il brutto dei corsetti è che occorre avere forza per stringere e legare, altrimenti la scollatura si apre a voragine e... non voglio neanche immaginare cosa sarebbe potuto succedere!
Ad ogni modo, sempre più parenti stavano per arrivare e per nessun motivo al mondo, potevano vedere la sposa prima che fosse pronta. Faccio salire soltanto una zia e una cugina, così da aiutarmi a chiudere il vestito. Dopo di che, molto gentilmente ma autoritariamente, invito tutto ad abbandonare il giardino, così che una volta scesa la sposa, nessuno potesse vederla.
Riesco a mettermi i tacchi da 10 cm e in qualche modo anche a mettere il velo. La sposa è pronta e i fotografi tornano alla carica per le foto. Sono le 11.15 e bisogna andare in chiesa, ma chiamiamo di nuovo tutti su per poterli almeno far mangiare quel che avevamo preparato. Molto tempo non c'è. In più, una delle damigelle ha un piccolo problemino: si scuce la chiusura lampo!
E in men che non si dica mia zia Anna le ricude l'abito, così che nn si veda neanche quello che è successo.
La parte più tragica, per me, è stata scendere con il corteo nuziale lungo le discese del paesello: se prima le avevo fatte 10 volte con le scarpe da ginnastica, con i tacchi ho rischiato di rompermi una gamba ed entrambe le caviglie.
Come vedrete dalle foto, il corteo è anch'esso in stile americano, con le damigelle e i paggetti. In pratica c'era tutto il paese ad accoglierci.
Dopo la cerimonia, gli sposi sono saliti su una bianchina azzurra e dopo circa un'ora raggiunto il ristorante.
Al Parco degli Ulivi, la sede dei festeggiamenti sito nella frazione di Fornelli, in provincia di Isernia, ad attenderci tutti c'era un enorme buffet e il tableut a forma di cuore, realizzato su richiede di Fede dal suocero Nicola. Eh si, anche quello realizzato a mano.
Il tema del tableaut è il viaggio: gli sposi hanno viaggiato in lungo e in largo, così ogni tavolo ha avuto il nome della città che hanno fotografato, con tanto di foto nella città visitata.
Tableaut che abbiamo utilizzato anche per l'angolo delle foto per gli autoscatti degli invitati, stampati poi sul posto grazie a una stampante fotografica portatile. Questa foto è un esempio delle tante scattate.
A legare il tutto, ovviamente, il colore fucsia.
Fotografie, balli, molteplici portate, tuffi in piscina, scherzetti vari e tanto divertimento, ma anche commozione.
Assieme alla torta nuziale, arrivano anche i dolcetti fatti in casa da Zia Elvira. Ci sarebbero dovuti essere anche i dolcetti di Zia Anna, i quali però sono rimasti in chiesa per l'offerta.
Il matrimonio finisce con la classica spaghettata di mezzanotte, dopo una breve pioggerellina proprio al momento del taglio della torta. "Sposa bagnata, sposa fortunata", recita il detto.
La sottoscritta riesce a rilassarsi soltanto all'1 di notte, travolta dalla stanchezza e dalle emozioni.
Vi lasciamo con le fotografie di Daniele Pignoli, fotografo ufficiale del matrimonio di Fede e Squalo, ma prima vi raccontiamo di Daniele e del suo lavoro.
Daniele Pignoli si diploma nel 2001 in Fotografia e Grafica Pubblicitaria, iniziando subito dopo a collaborare con vari Studi Fotografici e Service Video della città, finendo poi per trasferirsi in Inghilterra per un paio di anni in Inghilterra, alla ricerca di entusiasmanti esperienze.Rientrato in italia decise di continuare a coltivare il talento fotografico iniziando una carriera artistica professionale individuale.
Lo stile di Daniele è essenziale ed intuitivo, cercando di cogliere attimi importanti e momenti intimi, senza risultare invadente.
Daniele presta molta attenzione alla luce ed al colore, creando inoltre forti contrasti tra luci e ombre ed estrarre i toni quanto più possibile dalle foto.
Daniele adora far vivere le tonalità nelle immagini che scatta ma ama anche la fotografia in bianco e nero, dove escludere a volte il colore dalle fotografie offre una possibilità di concentrazione maggiore sul soggetto, esaltando al massimo il momento.
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