Germania,1943.
Maria Braun si è sposata con Herman ma ha passato una sola notte con lui; c’è la guerra e il marito è chiamato al fronte.
Da quel momento la donna è costretta a vievere nelle condizioni di tante, troppe donne tedesche, prive dei mariti che combattono, mentre loro sono costrette ad arrangiarsi alla meno peggio.
Ed è quello che Maria impara a fare, arrangiarsi, per sopravvivere e per portare qualcosa alla sua famiglia, a sua madre e a sua sorella; impara a barattare il poco che ha, chiede e trova lavoro in un night come entraineuse.
Nel frattempo si reca alla stazione, come altre donne, con un cartello appeso al collo recante il nome del marito, alla ricerca di informazioni su di lui.
Il tempo passa, e alla fine Maria fa amicizia con un soldato americano di colore, Bill.
Ne diventa l’amante, un pò per interesse, un pò perchè l’uomo la tratta gentilmente; nel frattempo dal fronte ritorna suo cognato, che le dice che il marito probabilmente è morto.
Ma Maria continua a credere che Hermann sia vivo, ma un giorno si accorge di essere incinta. La donna perde il bambino, ma continua la sua relazione con Bill, fino a quando una sera mentre è in camera con l’amante, non vede rientrare finalmente suo marito.
L’uomo senza dire una parola si scaglia sul soldato americano e ne nasce una collutazione, alla quale mette termine Maria colpendo Bill con una bottiglia sulla testa.
Il soldato muore, e Hermann si assume la responsabilità dell’accaduto, viene mandato sotto processo e condannato.
Così Maria è costretta nuovamente ad arrangiarsi da sola; ma è innamorata di quel marito che si è sacrificato per lei, e continua ad andarlo a trovare in carcere.
Casualmente, conosce Oswald, un ricco industriale, del quale diventa prima la segretaria e in seguito l’amante.
Sotto l’esperta guida della donna, l’azienda di Oswald prospera ulteriormente, nonostante l’opposizione del braccio destro dell’industriale, sconcertato dalla apparente amoralità della donna.
Maria così prosegue la sua vita, dividendosi tra Oswald, il lavoro e le consuete visite al marito; deve resistere anche al suo datore di lavoro e amante, che vorrebbe sposarla.
Da donna saggia, decide di mettere al corrente il marito della situazione, così come nega ad Oswald il matrimonio, dicendogli che è innamorata del marito e che aspetta il giorno della sua liberazione.
Che alla fine arriva, ma che vede un colpo di scena; Hermann decide di partire per il Canada, per un lungo periodo; in realtà tra Oswald e Hermann c’è un patto, sconosciuto a Maria.
Oswald , che è gravemente malato, ha proposto al marito di Maria di partire per il Canada fino al giorno della sua morte, quindi per poter restare ancora accanto alla dona che ama, concedendo in cambio un testamento che renda i due coniugi proprietari di tutte le sue sostanze.
Quando Hermann ritorna, alla morte di Oswald, finalmente il sogno di Maria sembra concretizzarsi,vivere cioè, dopo quasi dieci anni, con colui che ha sempre amato.
Ma subito dopo la lettura del testamento, proprio quando il notaio e l’assistente sono andati via, una disattenzione di Maria, che lascia girata la manopola del gas provoca un’esplosione che fa saltare la casa con i due coniugi.
Il matrimonio di Maria Braun è uno splendido affresco storico che copre quasi un decennio di vita della Germania, quella a cavallo tra il 1943, quindi in piena guerra avviata ormai verso l’esito finale infausto per la Germania e il 1953, quindi nel periodo post ricostruzione, con una Germania che ha imparato a lasciarsi alle spalle i lutti e le distruzioni.Maria è l’anima di una Germania ferita a morte, capace però di rimboccarsi le maniche, perchè la vita deve continuare, pur tra lutti e dolore.
Maria attraversa la stagione più nera della storia tedesca incarnando quelli che sono i valori positivi; l’amore, rappresentato dalla sua incrollabile fiducia prima nel ritorno del marito dal fronte, in seguito dal saper accettare e piegare la vita stessa alla sua volontà di sopravvivenza e infine dalla lunga attesa culminata con il rtiorno del marito, senza mai abbatersi, ma affrontando con tutto il suo carattere, con tutta la sua fiducia ogni sfida, vicendola.
Fassbinder gira un film che incrocia la poesia, pur devastata dalle immagini delle rovine di quella che era una grande azione, con il cinismo sano e pragmatico della realtà, fatta di pura lotta per la sopravvivenza, in cui i valori fondamentali della vita stessa sono messi in discussione dall’orrore quotidiano.
Le donne che attendono i treni che potrebbero riportare indietro i loro uomini, menomati o sani, distrutti psicologicamente dagli orrori della guerra sono un simulacro di Maria stessa; fiera, volitiva, la donna non esita ad utilizzare l’unica arma rimastale, lo straordinario fascino e la bellezza, per farsi strada, per sopravvivere e coronare quello che è il suo sogno, interrotto ventiquatt’ore dopo la prima notte di nozze.
Un film che si snoda con un percorso stabile emotivamente, nel quale lo spettatore alla fine giustifica il comportamento della donna, quel suo saper adattarsi alle situazioni, in nome dell’amore, della vita stessa.
Un film che commuove, fa riflettere, indigna.
Il regista ha poi il grande merito di valorizzare la straordinaria interprete del film, Hanna Schygulla, capace di mettere in luce le mille sfaccettature della personalità di Maria Braun, un’attrice che mostra un talento davvero eccezionale.
Hanna finisce per confondersi con Maria; non è più un’attrice, è una donna tedesca, fiera e combattiva, con un cognome pesante come quello di Braun, che ricorda l’amante di Hitler; un destino e un comportamento, davanti agli orrrori della guerra, completamente dissimili, due facce opposte, due mondi separati da un abisso.
A completare la straordinaria bellezza del film, la misurata interpretazione degli altri attori, in primis Ivan Desny, che è Oswald, l’industriale innamorato senza speranza di maria, colui che riuscirà a possederne il corpo ma mai l’anima e di Klaus Löwitsch, l’Hermann marito di Maria che accetterà di andare in carcere prima, di stare lontano dalla moglie poi.
La fotografia e le musiche sono all’altezza e concorrono in maniera determinante all’esito finale di uno dei più bei film del decennio settanta.
Il matrimonio di Maria Braun,un film di Rainer Werner Fassbinder. Con Günter Lamprecht, Ivan Desny, Hanna Schygulla, Gisela Uhlen, Gottfried John, Klaus Löwitsch
Titolo originale Die Ehe der Maria Braun. Drammatico, durata 120 min. – Germania 1978.
Hanna Schygulla: Maria Braun
Klaus Löwitsch: Hermann Braun
Ivan Desny: Karl Oswald
Gisela Uhlen: Madre
Elisabeth Trissenaar: Betti Klenze
Gottfried John: Willi Klenze
Hark Bohm: Senkenberg
Günter Lamprecht: Hans Wetzel
Lilo Pempeit: Frau Ehmke
Peter Berling: Bronski