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Il mea culpa tardivo mentre i Greci piangono

Creato il 08 giugno 2013 da Tabulerase

mea culpa tardivoImmaginate di avere un mal di testa atroce che non vi da tregua. Vi rivolgete ad un luminare, il maggior esperto di emicranie del mondo, che vi consiglia un rimedio definitivo e risolutivo: quello di curare i dolori intollerabili che vi trafiggono le tempie, sbattendo la testa contro il muro!

Siccome il rimedio non produce effetti benefici , ma finisce per moltiplicare la vostra sofferenza, il medico vi dice che la colpa è della vostra testa , non è abbastanza dura, e vi suggerisce di sbatterla più forte. Sbatti che ti sbatti, la testa si rompe e il medico … vi chiede scusa! “Forse ho sbagliato”, ammette…

Questa metafora, che ho rielaborato drammatizzandola semi-scherzosamente, l’ho letta su un blog americano in cui si descriveva il comportamento del Fondo Monetario Internazionale – il grande coccodrillo che prima sbrana e poi piange – nei confronti della  Grecia, anzi no dei Greci, che sono persone con bisogni, esigenze, desideri, sogni, speranze, vittime innocenti del bullismo esasperato della esasperante troika (UE, BCE e FMI).

Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, ha appena pubblicato un rapporto interno, reso noto dal Wall Street Journal, molto critico sul  programma di salvataggio della Grecia. L’ammissione di responsabilità è l’ultima di una serie di parziali mea culpa con cui il fondo ha riconsiderato negativamente la ricetta dell’austerità come unica panacea di tutti i mali.

Nel rapporto di 50 pagine, dal titolo “Errori Previsionali di Crescita e Moltiplicatori Fiscali” si ammette che il piano di salvataggio voluto dalla troika era sbagliato sin dall’inizio:  “La fiducia dei mercati non ne ha giovato, il sistema bancario ha perso il 30 per cento dei suoi depositi, e l’economia ha subito una recessione molto più profonda del previsto con un tasso di disoccupazione eccezionalmente elevato “  così dice il rapporto.

In soldoni, il Fondo avrebbe calcolato male il cosiddetto moltiplicatore cioè il rapporto tra riduzione del deficit e il conseguente effetto negativo sul pil delle economie sotto tutela, e sottovalutato la portata della devastante depressione greca, alimentata e non attenuata proprio dai forti tagli alla spesa pubblica e dagli aumenti delle tasse.

Lo straordinario mea culpa del FMI (“Amazing mea culpa” ha titolato il Wall Street Journal), dimostra che le previsioni economiche non dovrebbero essere trattate come ricette assolute ed infallibili per pianificare il futuro . Sono indicatori, utili, ma pur sempre ipotesi, teorie .

Politicamente l’ammissione del FMI ha un grande significato, è una lezione , o almeno dovrebbe esserlo, perché è interessante parlare dei vantaggi della previsione economica in termini accademici, ma bisognerà ricordarsi sempre che nel caso della Grecia le politiche basate su quelle previsioni hanno provocato un danno reale. Hanno distrutto la vita di persone reali!


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