Probabilmente ci sono alcuni miti da sfatare quando si parla di trasformazione dei giornali verso il digitale. Il primo è che questa trasformazione riguardi semplicemente quella di un mezzo, i giornali di carta, verso un altro, il loro sito web. La seconda è che la carta abbia i giorni contati e sia prossima comunque alla fine. La realtà, dovremmo averlo capito, è un po’ più complessa.
Uno come Mario García che i giornali li progetta, li trasforma da una vita – un’autorità nel campo del design editoriale e non solo – da anni ha un concetto che porta avanti nei suoi lavori e nelle sue lezioni alla Columbia: il “media quartet” ovvero i quattro medium – carta stampata, sito web, smartphone e tablet – sui quali oggi ogni testata giornalistica dovrebbe essere capace di articolare il flusso delle notizie, con una propria precisa filosofia per ognuno di questi e con un proprio “carattere” che tenga conto delle singole peculiarità del mezzo e del modo nel quale le persone lo usano.
Certo tutte le grandi testate sono presenti su questi quattro mezzi, ma quanto si tiene davvero conto delle diverse specificità dei singoli mezzi e del modo nel quale i lettori le utilizzano? Spesso il lavoro è stato quello di adattare i contenuti realizzati su carta al sito web e poi di adattare i contenuti del sito web a quelli del mobile (magari senza distinguere troppo tra smartphone e tablet). I numerosi recenti restyling di alcuni quotidiani nella versione online hanno cercato di venire a compromessi tra la versione per i browser del pc e quelli dei dispositivi mobili, alle volte con risultati decisamente buoni, altre volte realizzando prodotti “ibridi” che poco si adattavano sia all’uno che agli altri mezzi.
Ma non è una semplice questione di restyling. La domanda è: come le redazioni devono riorganizzare tempi e modalità di lavoro per gestire il nuovo flusso delle notizie tenendo conto del “media quartet”?
Ad esempio per quanto riguarda la gestione del flusso delle notizie su smartphone solo adesso si cominciano a realizzare dei progetti specifici: ad esempio NYT Now la nuova piattaforma creata dal Times e Circa la app pensata per la breaking news che “atomizza” le notizie, stanno pensando ad un modo radicalmente nuovo di organizzare le notizie su questi dispositivi, e in conseguenza di cambiare l’organizzazione del lavoro di redazione. Altrimenti il rischio è di gestire questi ulteriori passaggi, da web a mobile ad esempio, facendo gli stessi errori commessi con il passaggio da carta a web (leggi: trasferire semplicemente – tale e quale o bene che vada con qualche ottimizzazione grafica – quello che già si fa per altre piattaforme).
Come detto il concetto del “media quartet” è un idea che Mario García porta avanti da parecchio tempo, ultimo in ordine di tempo questo articolo Two tempos: Rhythms for storytelling in the digital age sintesi di un suo intervento alla Columbia University School of Journalism, nell’articolo trovate anche il video del suo speech, prendetevi un’ora di tempo per guardarlo e ascoltarlo tutto (anche la parte Q&A con il pubblico), consiglio spassionato. Ho provato quindi a mettere assieme e sintetizzare alcuni dei passaggi chiave che García ha sottolineato più volte in questi anni. Eccoli:
#1 Sviluppate una filosofia precisa su come la vostra redazione gestirà la diffusione delle storie e delle singole informazioni, su come farle evolvere, dal primissimo tweet fino alle le analisi e gli approfondimenti più articolati fatti a posteriori attraverso le quattro piattaforme. Date, dove è possibile, a questo processo un nome e un volto: deve esserci un editor in ogni occasione con il compito di decidere come la storia viaggerà attraverso il “media quartet”.
#2 Il mobile (in particolare lo smartphone) è sicuramente una piattaforma straordinaria per le breaking news, ma non rinunciate a dedicare tempo per curare i contenuti e i loro aggiornamenti. Su questa piattaforma ricordatevi di essere sempre brevi e leggeri.
#3 La carta ha ancora molto valore, è probabilmente destinata al declino e sarà sempre meno protagonista, ma oggi ha pienamente il proprio posto all’interno del quartetto dei media. E lo avrà ancora per un bel po’ di tempo. Quindi stampate e siate felici di farlo, date però alla carta un ruolo preciso. Utilizzate la stampa soprattutto per connettete i punti per i vostri lettori.
#4 Oggi non siamo più in un ambiente favorevole alle performance da solista. È necessario sviluppate team con competenze interdisciplinari nei quali il design, la tecnologia, il lato business e la parte editoriale sappiano convivere e concepire assieme prodotti e strategie (magari pensando anche a pacchetti pubblicitari seriamente progettati e integrati per le diverse piattaforme).
#5 Il settore avrà sempre più bisogno di redattori ben addestrati sul mobile e che soprattutto sappiano raccontare le storie attraverso le diverse piattaforme. Per questo da qui a pochi anni a venire, una persona che non sarà capace di lavorare nelle diverse piattaforme non troverà più lavoro.
#6 Concentratevi sempre la vostra attenzione sulle storie da raccontare, avere fiuto per le storie, riconoscere le più interessanti è sempre la qualità migliore per un giornalista, le storie sono più importanti delle piattaforme, non si tratta di essere “digital first” o “print first”, è necessario essere “story first”. Ma una volta che avete una storia è fondamentale capire quel è il modo migliore per sviluppata nelle diverse piattaforme. Dovete inoltre capire come le persone consumano l’informazione attraverso i diversi mezzi del “media quartet”.
Ah, un’utima nota: non fossilizziamoci troppo sul numero quattro, magari fra poco diventerà un quintetto (o un sestetto), Google Glass o qualche altro device indossabile (sui quali le grandi marchi della tecnologia sembra vogliano puntare molto) potrebbe essere le prossime piattaforme da tenere di conto.