Una location di altri tempi, al limite tra l’immaginazione e la realtà.
Uno degli orti tra gli orti, quello di casa Savoia alla Venaria Reale di Torino, da sempre simbolo di ricerca, innovazione e avanguardia, ma anche di culture nazionali e internazionali.
Nell’orto si coltivano 400 piante da frutto di antiche varietà piemontesi che sono state recuperate, come peri, peschi e albicocchi. E poi altre piante e fiori commestibili, piante acquatiche commestibili e 200 piante aromatiche di tutto il mondo, 50 specie di piante e ortaggi esotici che si sono ormai perfettamente adattati al clima italiano e sono coltivate dalle comunità straniere. Abbiamo consegnato questo orto a tredici chef “stellati”, che utilizzeranno i suoi prodotti nelle varie attività. – See more at: http://www.digi.to.it/?p=20105#sthash.t1WfTYHC.dpufNell’orto si coltivano 400 piante da frutto di antiche varietà piemontesi che sono state recuperate, come peri, peschi e albicocchi. E poi altre piante e fiori commestibili, piante acquatiche commestibili e 200 piante aromatiche di tutto il mondo, 50 specie di piante e ortaggi esotici che si sono ormai perfettamente adattati al clima italiano e sono coltivate dalle comunità straniere. Abbiamo consegnato questo orto a tredici chef “stellati”, che utilizzeranno i suoi prodotti nelle varie attività. – See more at: http://www.digi.to.it/?p=20105#sthash.t1WfTYHC.dpufNell’orto si coltivano 400 piante da frutto di antiche varietà piemontesi che sono state recuperate, come peri, peschi e albicocchi. E poi altre piante e fiori commestibili, piante acquatiche commestibili e 200 piante aromatiche di tutto il mondo, 50 specie di piante e ortaggi esotici che si sono ormai perfettamente adattati al clima italiano e sono coltivate dalle comunità straniere. Abbiamo consegnato questo orto a tredici chef “stellati”, che utilizzeranno i suoi prodotti nelle varie attività. – See more at: http://www.digi.to.it/?p=20105#sthash.t1WfTYHC.dpuf500 ettari con 400 piante da frutto di antiche varietà piemontesi recuperate, come peri, peschi e albicocchi, piante acquatiche e fiori commestibili e non, 200 piante aromatiche di tutto il mondo, 50 specie di piante e ortaggi esotici ormai perfettamente adattati al clima italiano, grazie alle comunità straniere che hanno iniziato a coltivarle.
Una nottata trascorsa a stretto contatto con la natura e con l’orto reale, nel blogger village, in cui Foodtrip and More ha avuto il piacere e l’onore di soggiornare. Una tenda equipaggiata di materassino, cuscino e sacco a pelo firmati Ferrino tutta per noi.
Un risveglio unico e di quelli che capitano veramente poche volte nella vita, godendo del sorgere del sole, accompagnato da simpatici daini e coniglietti saltellanti, che popolano la Venaria Reale.
Tutto questo grazie a Ortinfestival, festival gastronomico degli orti contemporanei.
Una festa di tre giorni, fatta di gusti, sapori, chef stellati, botanici, agronomi, giardinieri, contadini visionari e agricoltori. Una festa ideata e realizzata da Vittorio Castellani a.k.a Chef Kumalè (che ovviamente abbiamo intervistato e presto vi racconteremo!): chef, giornalista, viaggiatore e gastronomo, o meglio come si autodefinisce gastronomade. Un Festival dove ognuno ha potuto raccontare il suo orto, come rappresentazione delle proprie (BIO)diversità culturali, territoriali e tecniche.
Orti che sono poi stati consegnati nelle sapienti mani di tredici chef “stellati”, per utilizzare i suoi prodotti in showcooking, degustazioni e visite guidate.
Ci siamo sentiti come dei bambini in un luna park. E non è stato facile ma abbiamo selezionato per voi il meglio di Ortinfestival e ve lo raccontiamo suddividendolo in: food, beverage, design e universo green.
Avendo troppe anzi troppissime cose da raccontarvi abbiamo deciso di suddividere l’articolo in due parti. In quella di oggi vi raccontiamo il meglio del food & beverage di Ortinfestival degno di post.
Food
Ovviamente il nostro racconto inizia dal food. Una delle migliori selezioni di sempre. Chioschi e stand di cucina gourmet e di strada, cucina creativa, locale e etnica. Locali e prodotti torinesi, ma anche francesi e provenienti da un po’ tutto lo stivale. Un area dedicata chiamata “La corte del gusto”. Un paradiso per golosi e curiosi, per scoprire e conoscere vecchie e nuove tradizioni e sapori provenienti da tutto il mondo.
SKASKI – La fiaba russa in città
Skaski ci ha subito rapiti per il suo stand in stile russo. L’unico ad offrire piatti a base di pesce.
Skaski è un negozio, nato dall’idea di Sasha, ex trasportatore russo, che nel 2000 decide di mollare tutto per portare i sapori della sua terra d’origine, la Russia, a Torino.
Sasha incuriosito dalla presenza di “strani personaggi” come noi blogger, armati di iphone, tablet e macchine fotografiche, ci ha accolti offrendoci una degustazione del suo super salmone affumicato e affettato con maestria, cetrioli russi, aringhe, pane nero di segale e pane bianco, accompagnati da un cocktail inebriante di sua invenzione, a base di succo di ribes e dell’immancabile vodka russa.
E per finire, dei buonissimi dolcetti russi ripieni di amarene, i prianichi, con marmellata di frutti di bosco.
Ci sarebbe davvero piaciuto far assaggiare anche a voi queste prelibatezze… ma niente paura, perché molto presto, Skaski aprirà un ristorante a Torino, dove gustare tutti i piatti tradizionali della cultura gastronomica sovietica.
For Your Information:
Skaski Shop, Via Cimberio 43 c – Torino
Web site: http://www.skaski.it/index.html
FB: Skaski shop
RISTORANTE GARDENIA
Non potevamo non andare al Gardenia, ristorante della chef stellata Mariangela Susigan, che per Ortinfestival si è trasformato in un food truck on the road, proponendo in anteprima il suo croccantissimo e leggero fritto dell’orto piemontese, con borragine, asparagi, melanzane, zucchine in fiore, amaretti, semolino dolce e friciula di mela.
Uno dei migliori fritti misti mai mangiati.
For Your Information:
Ristorante Gardenia, corso Torino, 9 10014 Caluso (TO)
website: www.gardeniacaluso.it
RISTORANTE 1492 – Specialità sud americane & il Pachamanca
Uno dei riti gastronomici più suggestivi mai visti. Appartenente alla cultura precolombiana, è un momento di festa, di comunione e contatto con la natura, che più di così non si può. Una vera e propria cerimonia in cui viene ricompensata la Madre Terra e la Pecha-mama, dea dell’agricoltura e della fertilità. Infatti come dice la parola Pecha – terra e Mancha – pentola, vale a dire “pentola di terra”, questa cucina tipica peruviana prevede la cottura di carne (pollo, maiale e manzo) marinate in una salsa di huacatay e di ortaggi, quali tuberi di camote, taro, patate e fave, con l’aggiunta di erbe aromatiche fresche come huacatay, mirto e menta, in una buca riempita di terra e foglie di banano, che oltre a lasciare un particolare aroma fanno si che la terra non entri in contatto diretto con il cibo. Il tutto viene lasciato cuocere per circa 2 ore. La tradizione peruviana vuole che i “protagonisti” di questa cucina, siano animali come il lama, l’alpaca e il porcellino d”india. A noi però (per fortuna!) è toccata la versione italiana!
Anche in questo caso, niente paura, perché la proprietaria del ristorante, la sig.ra Reina e lo chef Rafael Rodriguez preparano e servono il Pachamanca anche nel ristorante, che si trova sempre a Torino.
For Your Information
Ristorante 1492, via germanasca 32/B, ang. via Monginevro, TO
Web site: http://www.ristorante1492.it
Fb: Ristorante 1492
PERSIAN FOOD
Continuando il nostro giro veniamo colpiti dallo stand del Persian Food, ristorantino a conduzione familiare di cucina tipica persiana, sempre a Torino. A dirla tutta nessuno di noi due aveva mai assaggiato la cucina persiana. Come farsi scappare quest’occasione? In due nano secondi avevamo già stretto amicizia con tutta la famiglia e avevamo tra le mani un gran “ben di Dio”: riso con pistacchi, mandorle, ribes, zafferano e spezie varie tipiche persiane, pollo con noci e succo di melograno & polpettine di carne di vitello, con ceci tipici persiani, erbe aromatiche, pomodori e cipolle.
Da non farsi scappare lo spiedo di pollo marinato in salsa di limone e zafferano e quello con tritata di vitello e cipolle..tipiche persiane!
For Your Information
Persian Food, via San Massimo 38/F, Torino
Fb: Persian food
Beverage
Ma a Ortinfestival il nostro interesse e le nostre papille gustative sono state rapite anche dai beveraggi vari. In special modo dall’irresistibile Baladin, dal progetto che vede la collaborazione tra uno chef e un barman per l’utilizzo di oli essenziali e i vintagissimi drink J. Gasco.
BALADIN
Se dici Baladin, non puoi non pensare alla birra. Quella buona, quella artigianale, rigorosamente da abbinare al food. Come la Wayane realizzata con quattro tipi di cereali e l’aggiunta di quattro pepi differenti: nero, bianco, rosa e verde. Bionda aromatizzata da sei gradi e mezzo, si accompagna bene con piatti di pesce e antipasti.
Ma ne approfittiamo anche per assaggiare una delle loro novità realizzate seguendo le ricette dei nonni: le bibite Baladin. Spuma, cedrata, ginger e cola, tutte cento per cento naturali. Noi abbiamo optato per l’ultima, estratta dalla noce di cola, senza acidificanti, coloranti o caramello. Veramente buona!
For Your Information
Birra Baladin
website: http://www.baladin.it/
fb: birra baladin
YES, IT IS HERE!
Prendi lo chef Roberto Abbadati, il barman Mattia Merigo del cocktail bar 24 a Salò e la linea di oli essenziali del Podere Santa Bianca e il risultato è una proposta unica e veramente super di abbinamenti drink&food, sia per la merenda che per l’aperitivo.
Noi ovviamente ci siamo sentiti in dovere, per onor di cronaca, di assaggiarne uno per ogni momento. Per la merenda abbiamo scelto un cocktail Strawberry Pimm‘s Forever: Pimm‘s n°1, Acqua di Tutto Cedro Tassoni, Fragole, Cetriolo, Limone, Cedrata Tassoni, Olio essenziale al Bergamotto e Salvia Sclarea abbinato a una Turin Mess (Rivisitazione del Classico Inglese Eaton Mess) con fragole con panna montata, briciole di biscotti di meliga, Cocchi Barolo chinato ristretto, salsa di cioccolato fondente e olio essenziale di arancio amaro.
Mentre per l’aperitivo abbiamo optato per un Torino-Salo‘, Solo Andata: Cocchi Vermouth storico di Torino, Gin, Cedrata Tassoni, Angostura Bitter, Ciliegie, Lime, Olio essenziale al Pepe Nero abbinato a l’Improbabile, toast di pane nero con gorgonzola naturale, acciughe, marmellata di ribes rossi e nocciolata rigoni, olio essenziale alla noce moscata.
Gran bel progetto!
For Your Information:
chef: http://www.robertoabbadati.it
locale 24: https://www.facebook.com/venti4
J. GASCO
Grafica accattivante alla quale non resistiamo. E’ così che scopriamo che, nato da poco più di due anni, J.Gasco realizza bevande da miscelazione completamente made in Italy, tra cui il primo ginger beer italiano. A rappresentarle un uomo mezzo gallo, perchè come leggenda vuole, a fine ottocento i baristi americani per dar colore ai primi cocktail realizzati, utilizzavano le code di gallo.
Noi abbiamo assaggiato la loro gazzosa alla viola: delicata e sicuramente fuori dalle righe!
For Your Information:
web site: http://www.jgasco.eu
facebook: J.GASCO
Vi state già organizzando per la prossima edizione di Ortinfestival?!
E pensate che non vi abbiamo ancora raccontato tutto!