La finale di ieri tra Spagna e Italia può essere letta in due modi.
Possiamo dire che abbiamo diversamente vinto. Chi l’avrebbe detto, alla vigilia, che saremmo riusciti ad arrivare fino in fondo, dopo due partite storiche in cui abbiamo giocato un calcio spettacolo come forse quasi mai si era visto, almeno da parte degli Azzurri?
Questo a voler fare gli ottimisti della situazione.
A voler guardare in faccia la vera realtà, non abbiamo diversamente vinto. Abbiamo straperso di strabrutto. Ci hanno schiantati. Annientati. Annichiliti. 4 a 0. Noi abbiamo dato una lezione di calcio a inglese e tedeschi, gli spagnoli ce l’hanno data a noi. E hanno pure infierito.
Chi ne esce vincitore in ogni caso è Mister Prandelli. Ha azzeccato le convocazioni, le scelte, ha saputo mixare l’esperienza dei “vecchi” con l’irruenza dei giovani, ha creato il clima giusto. Gli è insomma andato tutto bene, fino alla finale. Dove tutto, ma proprio tutto, è andato per il verso sbagliato. Considerata la stanchezza fisica della squadra, la scelta migliore per battere la Spagna sarebbe stata quella di rivoluzionare del tutto l’11, togliendo i titolari e facendo giocare i più freschi “panchinari”. Sarebbe stata la mossa migliore, ma sarebbe stata una basta**ata assoluta nei confronti degli uomini che l’avevano portato fino a lì. Una mossa disumana e completamente anti-prandelliana. Alla fine, meglio aver perso così. Forse.
La differenza con altre sconfitte italiane del passato è che non c’abbiamo nemmeno niente da recriminare. Non possiamo prendercela con Prandelli, che come detto ha fatto un Europeo impeccabile. O quasi. Va bene tutto, però quando perdi 2 a 0 con la Spagna, metti dentro un Diamanti che qualcosa te la può inventare. Non metti dentro un Thiago Motta (why???) che al massimo ti può inventare un infortunio. Fine delle recriminazioni.
Non possiamo nemmeno prendercela con i rigori o con l’arbritro. Semplicemente gli spagnoli ce ne avevano di più. E noi avevamo dato tutto nelle due partite precedenti.
Questo a dirla con tatto.
A dirla con sincera brutalità: ci hanno polverizzato e poi hanno danzato sulle nostre macerie.
Dopo una finale tanto scoppiettante, nel senso che noi eravamo proprio scoppiati, vediamo di tirare le somme di un Europeo 2012 che si è rivelato parecchio interessante e, almeno tratti, parecchio soddisfacente. Partiamo con la mia formazione ideale dei giocatori che più mi hanno colpito nel corso del torneo.
11 cannibale ideale (3-5-2) Portiere: Buffon Difensori: Sergio Ramos, Hummels e Lahm Centrocampisti: Pirlo, De Rossi, Iniesta. Sulle fasce: Cristiano Ronaldo e Walcott Attaccanti: Balotelli e Shevchenko
E ora, l’Euro peggio. Almeno dal punto di vista cannibale.
Flop 5 5. Endless song L’inno ufficiale della manifestazione “Endless Summer” di Oceana ormai ha rotto i palloni almeno quanto il Waka Waka, Shakira, Piqué e il tiki-taka della Spagna. Tutte cose davvero endless, ma mo’ basta!
4. Mulini senza pal(l)e Ah, ma perché? L’Olanda c’era, in questo Europeo?

L'immagine perfetta di una squadra senza identità.
3. Galletti spennati 11 giocatori messi insieme in maniera forzata che giocano ognuno per sé: raramente ho visto una squadra tanto non-squadra come la Francia 2012.

"Non siamo stati i più forti, ma almeno eravamo i più belli!"
2. Cassanate e Pa(ll)onate A inizio torneo ho temuto che l’Euro 2012 dell’Italia sarebbe stato ricordato soltanto per il triste teatrino di Cassano su omosessuali e metrosexual, istigato da un Cecchi Paone in cerca di pubblicità per il suo libro. Per fortuna, poi ci sono state anche altre cose…

"Ahahah, Ribery: buona questa!"
1. Ucraina Tra il massacro di cani e gatti randagi, la reclusione di Iulia Timoshenko e il disprezzo di vari diritti umani (e non solo umani), l’Ucraina governata da Yanukovich è la vera grande sconfitta di questo torneo. E lui mi sa che è pure convinto di aver mostrato il lato migliore della nazione…

Per chiudere, le cose migliori di questo Euro 2012.
Top 5

4. Furie rosse Inchiniamoci ai campeones spagnoli. Che altro ci resta da fare? Hanno vinto con una facilità irrisoria, giocando tra l’altro un torneo nemmeno al massimo delle loro possibilità e, ancora una volta, più che il singolo ha vinto il gruppo, la squadra, il brand Spagna. Tanto di cappello a loro, però diciamo anche le cose come stanno: il loro è lo stile di gioco più efficace ma anche più odioso della Storia. Persino peggio del vecchio catenaccio all’italiana!

3. Bella, non bionda... e dice sempre Siwiec Per quelli a cui interessava poco quanto succedeva sul campo da calcio, sugli spalti si è disputato un Europeo altrettanto e forse ancora più interessante, quello dei tifosi e soprattutto delle tifose. Se ai Mondiali di Sud Africa 2010 la regina era stata la paraguaiana Larissa Riquelme, Miss Euro 2012 è invece stata la modella polacca Natalia Siwiec. In mezzo a tante WAGs, Shakire e Seredove varie, la vera vincitrice morale degli Europei è lei.

2. Le Pirlesque Il cucchiaio di Andrea Pirlo ha rappresentato la scossa dell’Europeo italiano. Dopo l’errore di Montolivo, per beffare il portiere inglese Hart che faceva le facce da pirla, Pirlo l’ha umiliato con un lentissimo geniale cucchiaio alla Totti, poi imitato pure da Sergio Ramos contro il Portogallo. Con un tiro del genere, ha dimostrato come fosse semplice beffare il portiere avversario e i rigori per l’Italia si sono trasformati in una passeggiata.

Pirla

Pirlo




