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Il meglio e il peggio di maggio 2011

Creato il 22 giugno 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

 

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Ricorderete che, nelle precedenti puntate di Milano critica, era nostra abitudine inserire, alla fine del testo, una breve postilla nella quale raccoglievamo il meglio e il peggio del mese. Per il nostro terzo appuntamento, ci limiteremo a fare solo questo, annunciandovi che, dal prossimo mese, la rubrica abbandonerà definitivamente la versione scritta per passare al formato video. Una sorta di esperimento concordato dal sottoscritto insieme al direttore della testata Vincenzo Patanè Garsia.

Nella speranza che l’idea vi aggradi, non resta che ripercorrere insieme quelle che sono state, dunque, le migliori e peggiori uscite del mese di maggio.

 

THE BEST: Nella vasta gamma di pellicole viste a Cannes – evento caratterizzante di tale periodo – il sottoscritto ne ha individuate alcune che, a suo insindacabile giudizio, potrebbero ambire al titolo di migliori del mese. Tra queste, è senza dubbio Mr. Beaver, terza fatica registica di Jodie Foster con protagonista un ritrovato Mel Gibson, ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio.

Film particolarissimo, sicuramente borderline ma per nulla eccessivo, consapevole dei suoi pregi come dei suoi limiti, in grado di affascinare il pubblico senza sforzarsi di essere “qualcos’altro”.

Presentato fuori concorso alla 64a edizione del festival transalpino, Mr. Beaver è uno di quei prodotti che, nonostante il pregevole risultato finale, non riescono purtroppo a raggiungere – in termini di incassi – la considerazione che certamente meritano.

La nostra personale Palma d’oro va quindi al film di Jodie Foster, e chissenefrega se gli accademici hanno voluto premiare la criptica e ammorbante verbosità Malickiana di Tree of Life (vero vincitore del Festival di Cannes). A noi piace essere sinceri!

 

Altra opera significativa che ha popolato le sale nell’arco del mese è Machete, ritorno in pompa magna di Robert Rodriguez, alle prese con l’adattamento cinematografico del suo omonimo fake trailer contenuto nel double-feature Grindhouse (2007).

All’ultima Mostra del Cinema di Venezia, evento che ha tenuto a battesimo l’anteprima mondiale del film, critica e pubblico sono andati letteralmente in visibilio, e le ragioni sono davvero tante.

Si respira aria di cinema in ogni suo genere e forma, un piacere masturbatorio nel girare sequenze deliranti e sgangherate che nessun regista – al di fuori di Rodriguez e Tarantino – avrebbe il coraggio e le possibilità di realizzare.

A noi – o, almeno, a chi scrive – questo cinema piace, e anche tanto.

 

Non ci soffermiamo sopra ma menzioniamo comunque altre pellicole meritevoli di attenzione: Con gli occhi dell’assassino di Giullame Morales, Uomini senza legge di Rachid Bouchared, Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne e Corpo celeste di Alice Rohrwacker.

 

THE WORST: Ci abbiamo provato in tutti i modi, ma un film peggiore di Balla con noi, opera seconda della regista e scrittrice Cinzia Bomoll, non siamo proprio riusciti a trovarlo…

Che dire? Un Save the last dance versione tricolore con una sceneggiatura imbarazzante e un livello di recitazione che neanche nei filmini delle vacanze. Ma, d’altronde, potevamo aspettarci qualcosa di diverso sapendo che i protagonisti erano Andrea Montovoli e Alice Bellagamba del talent show “Amici di Maria De Filippi”? Ovviamente no.

Dispiace solo per due ragioni: la prima, ovviamente, perché si tratta pur sempre di un film italiano, e non è la prima volta che, in questa rubrica, si è “costretti” a parlar male dei nostri prodotti. La seconda – e questa dovrebbe suscitare quantomeno più d’una curiosità – è che, leggendo le recensioni su vari siti di critica e ascoltando i pareri di certi addetti ai lavori in merito a questo film, si avverte una falsità, una mediocrità e una tale mancanza di ripudio da far rabbrividire. Tanto per intenderci, c’è chi ha definito questo film: “Una ventata di freschezza per il cinema nostrano…”. I commenti di fronte a certe blasfemie, ahimè e ahinoi, sono del tutto superflui.

Il primo dance-movie italiano!”. Oh, Signur! Speriamo anche l’ultimo!!

Francesco Manca


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