Tra le dieci specie spicca il nome del pipistrello Belzebù dal naso a tubo, un piccolo chirottero che vive nelle foreste tropicali del Vietnam. Questo pipistrello dall’aspetto demoniaco, come altri due suoi simili, è particolarmente vulnerabile per la inarrestabile deforestazione che interessa quegli ecosistemi unici. Tra le ultime novità una scimmia che si protegge il naso dalla pioggia, cinque piante carnivore che mangiano topi e uccelli, e in ultimo un geco dai colori psichedelici e una lucertola che per riprodursi si clona, senza bisogno del maschio
Nel fiume Mekong poi vivono circa 850 specie di pesci, che rischiano di scomparire per via dell’intensa pesca praticata e a causa della costruzione di una diga nella parte del Laos del fiume. Tra le specie acquatiche curiosa è una specie di pesce gatto dotato di pseudo zampe. Lui può muoversi via terra con le sue pinne pettorali che gli permettono di rimanere in piedi mentre si muove in avanti con i movimenti di un serpente. C’è poi un piccolo pesce, Boraras naevus, di soli 2 centimetri di lunghezza. Non ultima una specie di carpa completamente cieca. Non dimentichiamo le varietà di anfibi e di rettili che vivono in questo ambiente tropicale, e, tra le 21 nuove specie ,quella del pitone dalla coda corta lungo 1 metro.
Tutto questo ha il suo rovescio della medaglia poichè questa biodiversità è in estremo pericolo, molte di queste nuove specie stanno già lottando per sopravvivere in un habitat in difficoltà. La straordinaria scoperta del tesoro de Mekong è ora ripresa dal WWF che vuole portare all’attenzione del pubblico il patrimonio di biodiversità che mettiamo a rischio talvolta senza neppure averci mai posato gli occhi sopra. E’ urgente che l’uomo investa nella Natura selvaggia di cui sono ancora ricchi, soprattutto adoperandosi per lo sviluppo di una adeguata rete di aree protette e lo sviluppo di una green economy che consenta di valorizzare quel patrimonio e non dissiparlo.