Il frutto della pianta di Melograno è ricco di acido ellagico (antiossidante, antitumorale e antinfiammatorio), di pulicanagina (antiossidante e antinfiammatorio), di acido punicico (acido grasso polinsaturo) e di antocianidine (gruppo di pigmenti vegetali), sono sostanze che sviluppano un'azione antiossidante e antinfiammatoria, proteggendo l'organismo da molte patologie, in particolare, quelle cardiovascolari. Recenti studi, hanno testato e valutato i risultati dei chicchi di Melograno nei soggetti con patologie di iperglicemia (aumento di zuccheri nel sangue) e diabete associato a obesità e alla dieta ricca di zuccheri. Hanno anche documentato (articolo pubblicato sul Journal of Food Science) che il Melograno, svolge la stessa funzione simile a quella di alcune medicine per la cura del diabete. I suoi chicchi, impedirebbero l'intervento di un enzima che favorisce l'assorbimento dei carboidrati nell'intestino e diminuirebbero la glicemia post prandiale (il valore numerico del glucosio presente nel sangue, dopo due ore, dalla fine di un pasto), contrastando il cambiamento dello zucchero in grasso accumulato nei tessuti (adipe) e la formazione del diabete.
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Il frutto della pianta di Melograno è ricco di acido ellagico (antiossidante, antitumorale e antinfiammatorio), di pulicanagina (antiossidante e antinfiammatorio), di acido punicico (acido grasso polinsaturo) e di antocianidine (gruppo di pigmenti vegetali), sono sostanze che sviluppano un'azione antiossidante e antinfiammatoria, proteggendo l'organismo da molte patologie, in particolare, quelle cardiovascolari. Recenti studi, hanno testato e valutato i risultati dei chicchi di Melograno nei soggetti con patologie di iperglicemia (aumento di zuccheri nel sangue) e diabete associato a obesità e alla dieta ricca di zuccheri. Hanno anche documentato (articolo pubblicato sul Journal of Food Science) che il Melograno, svolge la stessa funzione simile a quella di alcune medicine per la cura del diabete. I suoi chicchi, impedirebbero l'intervento di un enzima che favorisce l'assorbimento dei carboidrati nell'intestino e diminuirebbero la glicemia post prandiale (il valore numerico del glucosio presente nel sangue, dopo due ore, dalla fine di un pasto), contrastando il cambiamento dello zucchero in grasso accumulato nei tessuti (adipe) e la formazione del diabete.
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