Questo post nasce grazie a una piccola ricerca fatta in fase di documentazione per qualcosa che voglio scrivere prossimamente, ammesso di trovare il tempo per farlo.
Come spesso mi capita, la ricerca è allegramente dilagata in una marea di pagine “off topic”, cosa che tra l’altro mi diverte moltissimo.
Ed è proprio così che mi sono imbattutto nella figura del Memitim*, l’angelo distruttore. Una qualifica così figa che meritava un articolo tutto suo. Infatti eccolo qui.
Dunque, i Memitim rappresentano una delle tante cerchie angeliche che stanno lassù, nel Regno dei Cieli, e che spesso e volentieri interagiscono con noi mortali. Il loro nome è scritto nella Cabala ebraica e significa qualcosa di molto simile ad “angelo della morte”. A quanto pare anche alcune tradizioni mistiche islamiche ne riconoscono l’esistenza, parificandolo per potere e giurisdizione alle creature celesti più importanti.
Tra i tanti compiti dei Memitim ce n’è uno particolarmente inquietante: uccidere i mortali che sono rimasti senza angelo custode.
A quanto pare, cercando qua e là nei siti giusti, abbiamo dunque a che fare con creature che stanno a metà tra gli psicopompi (figure che fanno da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti) e i guerrieri celestiali, tra l’altro di quelli alquanto spietati.
Secondo alcune interpretazioni delle sacre scritture, i Memitim vennero per esempio inviati per sterminare 185.000 soldati assiri, massacrati direttamente nel loro accampamento (episodio citato nel Libro dei Re), oppure per sterminare tutti i primogeniti egiziani, evento celeberrimo raccontato nell’Esodo.
A quanto pare i Memitim non vanno molto per il sottile durante lo svolgimento del loro lavoro: una volta ricevuto l’ordine di sterminare non perdono tempo nel separare i buoni dai cattivi, bensì uccidono tutti coloro che rientrano nei parametri della loro missione. Probabilmente ci penserà poi Dio a separare i meritevoli dai colpevoli.
Riguardo all’aspetto fisico che assumono agli occhi dei mortali, si va sul classico: i Memitim sono umanoidi di grande bellezza, di un’età non facilmente definibile, ma possenti nel fisico. Meno classiche sono le sei paia d’ali sovrapposte che consentono loro di volare.
Tuttavia gli angeli della morte sono capaci di mutare la loro forma e di apparire in aspetto dimesso. Spesso si mascherano da mendicanti e passeggiano nelle vie delle città che presto dovranno colpire coi loro poteri distruttivi. Simili a presagi di sventura, essi fanno abbaiare i cani al loro passaggio e possono portare con sé malattie o addirittura pestilenze.
I Memitim hanno perfino uno specifico equipaggiamento da battaglia: la grande spada che rappresenta la loro arma primaria, e il mantello chiamato Idra, che li aiuta a cambiare aspetto.
Nella loro variante islamica pare che essi compaiano al momento della morte degli uomini senza più angelo custode. Nel caso il morente sia una persona pia, il Memitim apparirà come il più classico degli angeli “buoni”, viceversa, in caso il moribondo sia un peccatore, il Memitim sarà accompagnato da alcuni demoni posti temporaneamente al suo servizio.
* Il caso – o meglio la sincronicità – vuole che un paio di giorni dopo aver fatto la mia ricerca, ho incrociato un Memitim in questo romanzo. E non è proprio una di quelle coincidenze facili facili, eh!
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