Quanto incide lo staff sulla crisi di risultati di una squadra? Tanto!!! E' per questo che un buon allenatore deve sapersi comportare anche da Sport Coach. Qualche mese fa è uscito un articolo di un nostro Super Coach, “Giuse” Montanari, che parlava proprio dell'importanza di questa doppia figura. Nel caso specifico veniva trattata la costruzione di un ambiente motivante.
Come stavamo dicendo nelle prime righe, è dalla “panchina” che deve partire il primo imput verso un atteggiamento vincente e determinato alla conquista del risultato. Allenatore, assistenti, dirigente, accompagnatore, massaggiatore....ecc ecc, sono determinanti col loro atteggiamento sulla condizione mentale dei giocatori.
Purtroppo sono ancora troppo poche le squadre che dispongono di uno Sport Coach professionista al loro fianco, che potrebbe indirizzare tutti sulla strada giusta.
Questo difficile compito grava, ancora, tutto sulle spalle del tecnico di turno, che alle prese con le tensioni della gara e senza gli strumenti giusti è già tanto se riesce a controllare le proprie pulsioni e a gestire il suo stato d'animo.
Nella prima parte di questo articolo, postata qualche settimana addietro, abbiamo analizzato la casistica di una squadra dove la crisi di risultati è avvenuta all'improvviso, e siamo andati a cercare, con vari strumenti di Coaching, l'evento scatenante. Adesso ci andremo ad occupare della situazione in cui, nonostante il tasso tecnico del gioco fosse buono, la crisi si è manifestata fin dalle prime partite.
Anche in questo caso è possibile che ci sia stata la presenza di un evento scatenante, magari durante il periodo di preparazione oppure in qualche amichevole pre-campionato, ma spesso il problema si annida da un'altra parte e adesso andremo a vedere dove. La figura dell'allenatore è molto trasversale in tante società, anche professionistiche, e in parecchi casi si occupa appunto di vari settori, dalla parte tecnica fino all'organizzazione delle trasferte.
Non voglio sembrare troppo semplicistico, ma nella stragrande maggioranza dei casi il genere di crisi che stiamo analizzando hanno nel titolare della panchina il primo e più probabile indiziato.
Il Mental Coaching ci insegna che chi è in possesso della facoltà di dirigere un gruppo ne determina in gran parte i risultati, gli umori, la concentrazione, gli obiettivi, la forma psico-fisica e le caratteristiche mentali. Questo avviene soprattutto se la persona in questione è molto stimata dai propri uomini,con i quali ha un ottimo “rapport”, e gli stessi gli riconoscono una leadership indiscussa.Se poi anche gli altri componenti dello staff vedono in lui la stessa caratteristica non ci sarà nessuno a “contrastare “ la sua capacità di guida, che se infervorata da sentimenti negativi o depotenzianti, trascinerà tutti in una picchiata verso il basso che soltanto lui stesso potrebbe fermare. Il fatto cruciale è che non se ne rende minimamente conto!!
Uno Sport Coach potrebbe aiutare in modo determinante in una situazione del genere, ma in sua assenza come può fare il nostro “mister” a riconoscere in se stesso la causa dei propri guai?
Focus, fisiologia, calibrazione e linguistica, elementi determinanti di un buon approccio mentale alla gara, saranno la nostra arma vincente.
Con l'aiuto di una tecnologia alla portata di tutti e l'ausilio degli altri componenti dello staff andiamo a vedere dei facili metodi per verificare se il nostro sospetto è fondato, e abbiamo visto giusto nell'identificare il problema nel Coach.
Le cose di cui abbiamo bisogno sono:- Una telecamera.
- Un piccolo registratore.
- Uno dei collaboratori, che dallo stesso punto di vista del mister osservi i giocatori e prenda nota di tutto. Dal modo di muoversi, di rispondere, di reagire...ecc..ecc. (Calibrare)
A questo punto agiremo nel modo seguente:
- Posizioniamo la telecamera in modo che possa inquadrare tutta l'area di gioco, o comunque dove il nostro mister opera.
- Azioniamo il registratore che avremo messo in una tasca, da dove carpire tutto il verbale.
- Diamo il via alla fine calibrazione dell'assistente, che dovrà assolutamente distaccarsi dall'allenamento e annotare con cura tutto quello che vede nei giocatori.
In una prima fase l'allenatore sarà condizionato e si comporterà in modo diverso dal solito, ma vedrete come dopo poco le routine di sempre prenderanno il sopravvento e tutto andrà normalmente. L'analisi dell'unione dei tre strumenti ci darà dei dati interessantissimi, e lo saranno anche di più quando ripeteremo il tutto in partita.
Prendere consapevolezza di quello che avviene ad ogni gesto, parola detta o smorfia fatta è il primo passo per cambiare in meglio. Una volta che il nostro allenatore si sarà avvicinato anche alla figura di Sport Coach, sarà lui stesso a notare cosa sta accadendo di depotenziante in lui e nei suoi collaboratori e agire con tempestività durante gli impegni con la squadra, per poi analizzare e correggere se stesso e i suoi collaboratori nelle sedi e nei tempi opportuni.
Se la crisi è effettivamente stata creata, e ogni volta innescata, dalla figura del mister vedrete come i risultati saranno quasi immediati.
Un'altra cosa estremamente facile da applicare per aiutare a gestire il proprio stato d'animo è quella di “Ancorarsi” degli stati risorsa per contrastare i momenti delicati degli allenamenti e delle partite.
Una bella ancoretta per uno stato di relax, una per innescare euforia, e una per accedere ad un momento di estrema carica saranno più che sufficienti.
Una cosa veramente carina da fare è quella di condividere tutto questo con gli altri componenti dello staff, che potranno così suggerire il momento nel quale attivare l'ancora appropriata al notare nell'altro uno stato depotenziante.
Il nostro ormai Sport Coach-Allenatore, al quale abbiamo dato tutte le colpe e non è detto che sia lui la vera causa, adesso sarà sicuramente in grado di capire che cosa c'è di incongruo nel suo modo di fare, e questo non potrà che fare bene comunque alla squadra.
L'ambiente, le persone che stanno a contatto con il gruppo, i dirigenti, i giornalisti, i tifosi, i parenti, e tanti altri fattori sono tutti elementi che, come possono avvantaggiare una squadra la possono anche affossare.
Io comunque resto fermamente convinto che è soprattutto lo staff, e a maggior ragione il suo capo, a condizionare gli stati d'animo del team!!
Sono loro che con entusiasmo e vitalità, fomentate dal credere con tutte le forze nei propri giocatori, devono trascinare fuori da ogni situazione di difficoltà la squadra. Troppo spesso invece vittime di un atteggiamento rinunciatario sono i primi a mollare.
Voglio chiudere con un aneddoto di uno dei personaggi che più di chiunque altro ha utilizzato la propria motivazione e il proprio entusiasmo per trascinare i suoi uomini, che la storia abbia mai conosciuto.
Si racconta che Napoleone venuto a conoscenza di un massiccio spostamento di truppe Russo-Prussiane verso i confini a sud-est della Francia, abbia organizzato in pochi minuti i suoi uomini per raggiungere il contingente nemico nei pressi di Austerlitz ( la vittoria più incredibile da lui ottenuta).Contava di far marciare 200000 uomini armati, con cannoni e vettovaglie al seguito, per più di 800km in 20gg. Due dei suoi fidi marescialli lo guardarono increduli dopo aver sentito una tale cosa.
Prima che potessero proferire una sola parola l'imperatore esclamò con grande convinzione: “Lo so!! Non si sono mai visti 200000 uomini armati eseguire una tale marcia, MA E' PROPRIO PERCHE' LO CREDIAMO POSSIBILE CHE RIUSCIREMO A FARLO. E da oggi non si dirà più un'Armata... ma LA GRANDE ARMATA!!”
Se ogni allenatore credesse possibile una qualsiasi impresa, per impervia che essa sia, ci sarebbero meno squadre e più GRANDI SQUADRE.
Di William Fiorani