Il libretto per commemorare il decimo anniversario del PT al potere manipola numeri, date e concetti per forzare il contrasto tra le politiche del partito e i "governi neoliberali" – l’obiettivo, pur non essendo citato per nome, è l'ex presidente tucano Fernando Henrique Cardoso .
Tra esagerazioni, omissioni e dati discutibili, il documento di 15 pagine si propone, più che esaltare i successi dal 2003, sostenere la tesi che il paese ha conosciuto uno sconvolgimento economico e sociale senza precedenti.
Per fare questo dobbiamo minimizzare o escludere precedenti iniziative che non rientrano la descrizione di un periodo di difesa dello stato minimo e la lotta contro la distribuzione del reddito.
Né ricordare che la politica economica combattuta negli anni di opposizione è stata mantenuta, praticamente intatta, nei primi sei anni di governo.
Un esempio di stravolgimento statistico è l'esaltazione dei programmi di "protezione promozione sociale", che, secondo il testo, raggiunge ora il 23% del PIL - non viene spiegato in che modo il numero è stato calcolato.
In questo estratto, si abbandona il confronto con i governi neoliberali (1990-2002) e si cita solo la cifra del 13,5% del PIL, attribuita alla fine della dittatura militare. Scomparsa, così, l’espansione della spesa sociale durante le amministrazioni degli avversari.
Uno studio della IPEA (Istituto di Ricerca Economica Applicata al Planalto) ha stimato la spesa federale sociale al 16% del PIL nel 2011. Sotto Cardoso, questa spesa è aumentata dal 11% al 13% del prodotto.
Uno dei principali punti di forza dei politici del PT, la riduzione della povertà, è stata trattata nel libretto con numeri vaghi, salti temporali e retorica drammatica.
"Anche con l'avanzamento del regime democratico post-1985, il paese è rimasto prigioniero in stato cronico di semi-stagnazione economica, in grado di incatenare incredibilmente 45 brasiliani ogni 100 in condizione di povertà assoluta."
Nelle statistiche IPEA, elencate tra le fonti del documento, il tasso di povertà più simile con quella menzionata é del 43% nel 1993, in periodo iper-inflazionato.
Dopo il Piano Real, la percentuale è scesa ed è rimasto circa del 34%; nel governo Lula, il calo è stato accelerato e il tasso era del 21% nel 2009. Questi numeri, però, non compaiono nel libretto.
Invece di questo, il testo opta per le previsioni che, entro la fine di questo decennio, la povertà sarà cancellata e disparità di reddito arriverà "livelli civili."
Mentre il primo si basa su statistiche controverse, la seconda é poco realistica, perché il Brasile si colloca ancora tra i 12 paesi più diseguali del mondo.
fonte: Folha